di Giancarlo Tommasone
Bisogna dare atto al presidente Pietro Spirito che è stato il primo a entrare nel merito della questione Sea Watch, centrando l’obiettivo. «I porti sono aperti», aveva dichiarato il numero uno di Piazzale Pisacane e al di là delle disquisizioni social, dei tweet e dei post di Salvini, era emersa una verità incontrovertibile, quella appunto, che nessuno aveva chiuso gli scali nazionali, né avrebbe potuto farlo, se non per cause di forza maggiore. Cause di forza maggiore che però non si sono registrate nemmeno lontanamente.
Una «spallata»
al Governo
giallo-verde
sulla questione migranti,
quella di Spirito,
azione che,
effettivamente,
non poteva
né doveva passare
inosservata
e soprattutto «impunita»
Ecco perché, utilizzando sempre la sua pagina Facebook, quindi in veste personale ed esclusivamente da ministro, Danilo Toninelli il giorno dell’Epifania, aveva prodotto e diffuso un post, in cui tra l’altro era possibile leggere: «Ps.: nessuna Autorità di sistema portuale italiana può arrogarsi prerogative che travalicano le sue funzioni amministrative. Darò mandato alle strutture del mio ministero di valutare eventuali accertamenti di natura disciplinare. Non ho emanato alcun decreto di chiusura dei porti perché non serve, non essendo alcun porto italiano interessato alle operazioni e non avendo il Mrcc (Maritime rescue coordination centre) italiano coordinato i soccorsi».
Detto fatto: nelle scorse ore
i «ribelli» sono stati convocati
dal Mit per una richiesta
urgente di chiarimenti
Spirito in testa. Oltre al presidente dell’Adsp del Mar Tirreno Centrale, al «colloquio» presso il Ministero guidato da Toninelli, hanno partecipato pure Carla Roncallo e Piero Musolino, rispettivamente presidenti delle Adsp del del Mar Ligure Orientale e dell’Adriatico settentrionale.
L’incontro si è svolto alla presenza del viceministro della Lega, Edoardo Rixi. Il resoconto della riunione tenutasi ieri a Roma, è stato riportato in un comunicato diffuso dal Mit: «Sono stati convocati al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per una richiesta urgente di chiarimenti, i presidenti delle Autorità di sistema portuale del Mar Ligure orientale, del Mare Adriatico settentrionale e del Mar Tirreno centrale. Nel corso del colloquio, a cui ha partecipato il viceministro Edoardo Rixi, è stato rappresentato il disappunto del Ministro Danilo Toninelli per le dichiarazioni rese alla stampa in cui i suddetti presidenti si sono espressi con toni e frasario estranei all’ambito delle funzioni ad essi istituzionalmente affidate».
E per quanto riguarda la posizione dei presidenti?
«Hanno espresso condivisione con gli indirizzi del Ministero,
nei perimetri delle proprie competenze», recita il comunicato
Almeno da quanto si apprende, dunque, un passo indietro è stato fatto, ma la distanza tra Mit e dissidenti è destinata ad aumentare. Chissà che «l’auspicio del Ministero e del Ministro… che non si ripetano in futuro ulteriori casi analoghi a quelli avvenuti negli scorsi giorni sul tema dei migranti», resti appunto un augurio e nulla più. Anche perché, verticalizzando l’attenzione sul presidente Spirito, è da tempo che non lesina tweet e frecciatine al Governo giallo verde, non solo sul tema dei migranti, ma pure su altre vicende che hanno conquistato il centro della discussione politica e dell’opinione pubblica.
E’ vero, Toninelli e Salvini,
sono gli obiettivi principi
dei cinguettii di Spirito,
ma ce n’è pure per Di Maio
Il Movimento 5 Stelle, è inutile negarlo, ha messo il numero uno dell’Authority di Napoli (considerato «retaggio» del precedente Esecutivo e sponsorizzato dal Pd) nel mirino già da tempo. Come riportato da Stylo24, con un articolo pubblicato lo scorso 10 novembre, da quando i grillini sono al Governo, hanno presentato contro il management dell’Autorità partenopea un atto ispettivo al mese. Ben sei interrogazioni parlamentari, interpellanze per le quali il ministro di indirizzo è naturalmente Danilo Toninelli.