Insospettabili e donne al vertice della nuova “base” di vico San Giulio: fari puntati sulle forniture di hashish arrivate da Napoli Est
di Luigi Nicolosi
Un’organizzazione “familiare”, apparentemente slegata dai meccanismi della criminalità organizzata ma ciò nonostante comunque in grado di invadere di droga un’intera città. Emerge questo e molto altro tra le pieghe dell’inchiesta che due giorni fa, con l’esecuzione di otto arresti, ha portato alla disarticolazione di un’agguerrita piazza di spaccio con base in vico San Giulio, nel comune di Ercolano. L’indagine, oltre al coinvolgimento di alcuni volti noti della mala della zona, come Vincenzo Polese, ha svelato anche il ruolo preminente che le donne avrebbero avuto all’interno della “base” attiva dal 2017 fino ad oggi.
I carabinieri, sotto il coordinamento della Dda di Napoli, hanno ricostruito nel dettaglio l’organigramma della piazza di spaccio specializzata nello smercio di hashish. Vincenzo Cefariello e Gennaro De Felice, con il ruolo di dirigenti e organizzatori, avrebbero guidato l’attività degli associati, impartendo le direttive necessarie per lo svolgimento dei traffici illeciti e per le cessioni di droga al dettaglio nella piazza di spaccio di vico San Giulio 32, dove si trova l’abitazione di Giuseppe Brisciano, Veronica Cefariello, Antonio De Felice e Gennaro De Felice. I due capipiazza si sarebbero occupati anche di mantenere i contatti con Tommaso Nocerino ed Ermelinda Cocozza, individuati dagli inquirenti come i fornitori del sodalizio.
Al vertice dell’organizzazione si sarebbe collocata anche Veronica Cefariello, che avrebbe gestito la piazza di spaccio provvedendo direttamente alla vendita di droga, avvisando Gennaro De Felice e Giuseppina Brisciano della presenza di acquirenti, svolgendo il ruolo di vedetta, occupandosi dei rifornimenti da Nocerino e Cocozza, e trasportando la droga acquistata in vico San Giulio. Incarico del tutto simile sarebbe stato affidato poi a Giuseppina Brisciano e Antonio De Felice, ritenuti dai pm partecipi all’associazione e gestori della piazza di spaccio. Carlo Abrunzo, Rossella Abrunzo e Gennaro Di Matola si sarebbero invece occupati del trasporto, dell’occultamento, del confezionamento e della detenzione illecita della droga, nonché della consegna della droga necessaria per lo spaccio al dettaglio su richieste telefoniche di Giuseppina Brisciano, Veronica Cefariello, Antonio De Felice e Gennaro De Felice.
All’affare avrebbero però preso parte anche altri indagati. È il caso di Michela Ghiotto, Pasquale Imperato e Vincenzo Polese, che avrebbero provveduto allo stoccaggio della droga, ma anche alla consegna, su richieste specifiche dei quattro capipiazza, nonché titolari dell’appartamento. Ermelinda Cocozza e Tommaso Nocerino si sarebbero invece fatti carico di rifornire con continuità la piazza di spaccio di vico San Giulio 32, mantenendo contatti costanti con Vincenzo Cefariello, Gennaro De Felice e Veronica Cefariello, con i quali di volta in volta concordavano luogo e modalità per la consegna dello stupefacente, soprattutto hashish. La base di spaccio, situata in una zona centrale ma scarsamente accessibile della città, sarebbe stata attiva dal 2017 fino al blitz di pochi giorni fa.