di aemme
Ilaria Capua ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera sulla peste suina, una patologia nei confronti della quale oggi non c’è un vaccino efficace. Il virus che circola in Europa ha già provocato gli abbattimenti dei cinghiali a Roma. Se dovesse entrare nei circuiti della filiera alimentare si figurerebbe il serio dischio del lockdown dei maiali. Queste le parole della scienziata: “Mi auguro che non succeda, ma il mercato dei prodotti di origine animale funziona così. Sarebbe un disastro, perché vorrebbe dire bloccare tutta la filiera, posti di lavoro. Se non hai un vaccino è molto difficile controllare la malattia e la sua circolazione. Una volta che è arrivato all’interno di una popolazione recettiva potrebbe esplodere”.
Peste suina, le parole della scienziata Ilaria Capua
Capua poi, nel corso del suo intervento, aggiunge che “rischiamo che, anche in maniera un po’ strumentale, si possa arrivare a un blocco dell’export dei prodotti. È una malattia che non vuole nessun Paese. Forse anche per questo non si avverte l’allarme che si nasconde dietro la notizia più di colore, i cinghiali tra i cassonetti. Abbiamo già l’infezione in tre regioni: Piemonte, Liguria, Lazio. La prima cosa da fare è capire se c’è un legame”. Occhio al pericolo di introduzione del virus dagli alimenti: “In letteratura sono riportati casi di camionisti che arrivano dalle zone infette (in questo caso verosimilmente da est), solo perché viaggia per migliaia di chilometri con i suoi panini farciti con l’insaccato fatto con il maiale di allevamento familiare. È sufficiente che a destinazione butti l’ultimo pezzo di panino e che un cinghiale lo mangi nella spazzatura ed ecco il primo caso. Oppure è arrivata tramite una catena di contagio legata ai movimenti di cinghiali infetti”.