Nella lista di chi chiede un secondo mandato del presidente dell’Autorità portuale di Napoli ci sono suoi dipendenti e personalità (più o meno famose) che non conoscono lo stato di abbandono dello scalo e i fallimenti collezionati in questi anni
di Giancarlo Tommasone
Una lettera di endorsement che porta in calce 213 firme, di nomi più o meno noti del panorama culturale e scientifico (campano e italiano), e non solo, è stata indirizzata a quattro ministri (Paola De Micheli, Mit; Dario Franceschini, Beni culturali; Gaetano Manfredi, Università; Sergio Costa, Ambiente). Per quale motivo? Per chiedere la conferma del presidente Pietro Spirito (mandato scaduto lo scorso 5 dicembre) alla guida dell’Adsp del Mar Tirreno centrale. La missiva si intitola «Prima la Cultura e la Ricerca anche nei Porti», vi si può leggere: «Negli ultimi quattro anni, l’Autorità di Sistema Portuale, sotto la guida del Presidente Pietro Spirito e del Segretario Generale Francesco Messineo, ha dialogato costantemente e proficuamente con la comunità culturale e scientifica nonché con le associazioni, realizzando un cambio di paradigma culturale rispetto al passato quando il porto era riservato solo a pochi portatori d’interesse».
A questo punto, però va fatta una considerazione. Si parla infatti di «portatori di interesse», ma ci si chiede – premettendo che ognuno può esprimere la sua opinione rispetto alla dimensione dell’Adsp e del suo presidente – e a che titolo intervenga, la stragrande maggioranza dei firmatari, riguardo a una realtà complessa come il porto di Napoli e di Piazzale Pisacane. I firmatari, è evidente, per l’incarico o la professione svolta, non hanno le competenze adatte né conoscono le criticità dello scalo, i fallimenti collezionati in questi ultimi anni dai vertici dell’Adsp, né contezza dell’economia portuale. Non sono operatori che investono nel porto decine di milioni di euro l’anno, operatori che in una lettera, precedente a quella dei 213, avevano tra l’altro, chiesto il cambio al vertice dell’Authority.
Tra i firmatari anche lo scrittore Maurizio
De Giovanni e i direttori di due musei
Molto più probabilmente, la stragrande maggioranza dei 213 firmatari, conosce piuttosto la figura dinamica, esuberante, di un presidente che si fa intervistare (spesso a pagamento), è protagonista della vita cittadina e, che sicuramente, ha un’ottima capacità di aggregazione. Ci si domanda ancora cosa c’entrino con il porto di Napoli, figure – solo per citarne alcune – come Francesca Amirante, fondatrice dell’associazione «Accogliere ad Arte», oppure Sylvain Bellinger, direttore del Museo Nazionale di Capodimonte, o Paolo Giulierini, direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, o addirittura lo scrittore e sceneggiatore Maurizio De Giovanni. Parliamo di eccellenze, per carità, ma di eccellenze nel proprio campo di azione. Spirito trova lo sponsor anche di un assessore, ma non del Comune di Napoli, si tratta di Barbara Bonciani, delegata al Porto del Municipio di Livorno, quindi, si presume con conoscenza nulla rispetto alle problematiche dello scalo partenopeo. Stessa cosa dicasi per Giovanni Savoldelli, Generale dell’ Aeronautica Militare, che ipotizziamo, potrà contare su altre profonde conoscenze, ma non su quelle relative alla portualistica.
Nella lista degli endorser compare anche
il nome di giornalisti e di dipendenti dell’Authority
Va inoltre sottolineato, che tra i 213 endorser ci sono dei giornalisti. Perché dei professionisti che devono essere terzi rispetto alla dimensione degli argomenti da trattare nei propri articoli, si schierano a favore di un manager? Nel caso in cui questo manager andrà via o sarà confermato, come potrà un lettore essere certo che l’autore di quell’articolo non stia parlando da tifoso, piuttosto che da osservatore imparziale? Ciò che salta pure agli occhi, a chi conosce la realtà del porto, è che tra i firmatari «meno famosi» ci sono molti dipendenti dell’Adsp del Mar Tirreno centrale. Una su tutti, Emilia Leonetti, responsabile dell’Ufficio stampa e del sito web dell’Autorità portuale di Napoli. Ma a siglare la missiva c’è pure chi è stato assunto direttamente da Pietro Spirito. Chiudiamo con una curiosità, sottolineando che potrebbe trattarsi di un caso di omonimia: tra i firmatari della lettera di sponsor, ci sono anche due persone che hanno lo stesso cognome dell’attuale compagna del presidente Pietro Spirito.