Il consiglio del boss Salvatore D’Albenzio al suo braccio destro, che si appresta a far visita a un commerciante.
“Tu non devi andare con il fucile ma con il kalashnikov, perché con un colpo gli spacchi la vetrina”. E’ il consiglio che il boss della camorra casertana Salvatore D’Albenzio dà al suo braccio destro che di lì a poco dovrà andare a far visita ad un commerciante cui chiedere il pizzo.
La conversazione, che dimostra la disponibilità di armi del clan, è stata intercettata dalla Squadra Mobile di Caserta nell’ambito dell’indagine della Dda di Napoli che ha smantellato con nove arresti per reati di associazione camorristica, estorsione e relativi ad armi e droga, la cosca capeggiata dal 49enne D’Albenzio, rampollo di una famiglia di camorristi da almeno tre generazioni; a Maddaloni D’Albenzio imponeva “la sua legge”, obbligando uffici e attività a rimuovere le macchinette per la distribuzione di caffè, snack e bevande e ad installare quelle facenti capo a società colluse con la cosca.
Il titolare di una di queste ditte però, ad un certo punto, si è rifiutato di andare ad installare gli apparecchi laddove già c’erano, dissociandosi dal clan.
Anche gli spacciatori venivano terrorizzati e costretti a rifornirsi dai D’Albenzio. Nei mesi scorsi, proprio la Squadra Mobile di Caserta aveva compiuto altre indagini sull’infiltrazione della camorra a Maddaloni, anche durante le elezioni. Indagini che avevano esponenti politici, tra cui lo stesso sindaco attuale Andrea De Filippo, sotto processo al tribunale di Santa Maria Capua Vetere per voto di scambio con l’aggravante mafiosa.