Inchiesta sul «sistema Sant’Antimo», il dialogo intercettato nei pressi del seggio elettorale
A leggere l’ordinanza relativa all’inchiesta sul «sistema Sant’Antimo», che si è abbattuta come un maglio sulla cittadina in provincia di Napoli, emergono anche delle vere e proprie «istruzioni» che uno degli indagati, Francesco Pio Di Lorenzo (ex presidente del Consiglio comunale), avrebbe impartito – secondo l’accusa – a persone in procinto di «vendere il proprio voto». La circostanza, al di là delle dichiarazioni di un folto stuolo di collaboratori di giustizia, emerge anche da attività di pedinamento e intercettazione, effettuata delle forze dell’ordine, pure in occasione della tornata di ballottaggio che si registra a Sant’Antimo il 25 giugno del 2017. «Allora mi ascoltate? Mi sono permesso di dirvelo, perché (tale) Claudiuccio è venuto vicino a me e ha detto: “Venticinque euro, capiscimi a me”. Però ti danno la macchina in mano… quale macchina? Io ho il telefono», dice una donna a Di Lorenzo. Che afferma: «Il telefono tuo (…) Allora dovete solo mettere la croce sopra … fai la fotografia», e il gioco è fatto.
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La foto è la prova che la preferenza è stata espressa nei confronti del candidato da «aiutare», il «lasciapassare» per ricevere poi la ricompensa. «Ma mica si prendono il telefono se lo vedono?», chiede la donna. «No, no… tu non fartelo vedere (…) metti in modalità ‘silenzioso’. Se qualcuno (nel seggio) ti chiede (se hai il telefono) tu dici: “Non ce l’ho”. Adesso ti aspetto là fuori», spiega Di Lorenzo. «E’ tutto qui?», domanda la donna. «Eh (sì). Già sta scritto il nome… devi mettere solo la croce sopra (la scheda)… adesso vengo là fuori», risponde Di Lorenzo.