A mano a mano ti accorgi che il vento
Ti soffia sul viso e ti ruba un sorriso
La bella stagione che sta per finire
Ti soffia sul cuore e ti ruba l’amore
A mano a mano si scioglie nel pianto
Quel dolce ricordo sbiadito dal tempo
Di quando vivevi con me in una stanza
Non c’erano soldi ma tanta speranza
E a mano a mano mi perdi e ti perdo
E quello che è stato mi sembra più assurdo
Di quando la notte eri sempre più vera
E non come adesso nei sabato sera
Ma, dammi la mano e torna vicino
Può nascere un fiore nel nostro giardino
Che neanche l’inverno potrà mai gelare
Può crescere un fiore da questo mio amore per te
E a mano a mano vedrai con nel tempo
Lì sopra il suo viso lo stesso sorriso
Che il vento crudele ti aveva rubato
Che torna fedele
L’amore è tornato
Ma, dammi la mano e torna vicino
Può nascere un fiore nel nostro giardino
Che neanche l’inverno potrà mai gelare
Può crescere un fiore da questo mio amore per te (Rino Gaetano, ‘A mano a mano’)
Ancora scetticamente a caccia della perduta identità, trasferiamo i nostri sentimenti dalla depressione post Juventus all’adrenalinica gioia di un fiore spuntato nel nostro giardino al novantesimo di Napoli-Liverpool. Vaghiamo interdetti e sicuramente smentiti, tra un sabato nero dipinto di Ronaldo e di lacchè vestiti di giallo in canottiera bianconera e una notte fatta di imperante e sorprendente dominio sulla squadra forse più forte d’Europa in questo momento. Il vento ci ha portato via crudele le solide e sorridenti certezze della Sarriana Idea, che immaginavamo essere l’unica speranza per essere vincenti. E invece l’uomosaggioeserenocheovunquehatrionfato ci ha preso per mano e, partita dopo partita, intervista dopo intervista, ci sta convincendo che ricomparirà sui nostri volti quello stesso sorriso rubato.

Anzi, incurante di qualunque scaramanzia, ci parla di competitività che cresce, in campionato contro i delinquenti maledetti come in Champions League contro i marziani inglesi e francesi. Ci rassicura sul valore assoluto dei giocatori, che noi (io per primo) presumevamo dopati nonché esaltati dal meccanismo perfetto del Comandante. Anche la Bellezza, mantra assoluto degli ultimi tre anni, cui tutti avevamo serenamente rinunciato con l’addio al nostro idolo, si palesa davanti ai nostri increduli occhi. Ai venti minuti di Torino si sono imperiosamente aggiunti i novantacinque contro i Reds.
Centoquindici minuti di bellezza, forza, qualità. Giocatori che, pur muovendosi sicuri all’interno di una griglia strategica precisa, sanno di poter osare oltre. E allora Koulibaly avverte la prepotenza crescere dentro di sé, e deborda dai compiti specifici fino ad esplorare terre sconosciute nel ventre della nave avversaria assalita senza tregua. E’ il talento dell’attore che sente la responsabilità della buona riuscita dello spettacolo e, coraggioso, tradisce la linea registica prevista, col permesso del regista stesso.
Quello stesso regista si finge finanche sorpreso di cotanto ardire, plaudendo e aumentando l’autostima dell’attore. Il regista, forte dell’infinita esperienza che solo può avere unuomosaggioeserenocheovunquehatrionfato, sogghigna e dentro di sé ha la certezza della strada intrapresa. E questa certezza prende corpo nella fiducia in se stessi degli attori. Non c’è schema cui appellarsi quando le cose non vanno come si desidererebbe. Si è titolari e responsabili di ogni singola battuta, ed ogni singola battuta recitata al meglio concorre alla ottima riuscita dello spettacolo. Il regista ha ottenuto ciò che voleva. Ed ha ottenuto che molti dei suoi attori da giovani diventassero adulti.
La grandezza di Carlo Ancelotti sta nell’aver sinora mantenuto la promessa estiva di conservare tutto ciò che di meraviglioso aveva creato il Comandante, cercando tesori nascosti all’interno della truppa azzurra. Tesori che neanche noi immaginavamo ci fossero, ma che lui aveva invece visto con certezza. Ha fatto sì che la nave ripartisse dal porto dove si trovava, non rinnegando nulla. Anzi esaltando. Ci sono momenti di Napoli puramente Sarriano nella partite della nostra squadra, cresciuta in questi anni a forza di pane e bellezza. Ma sotto ogni momento e fatto c’è la firma dell’Allenatore di oggi. Non c’è contrapposizione di sorta tra i due, e chi la esercita nei giudizi e nelle opinioni, difficilmente può argomentare sensatamente al riguardo.
“Ma, dammi la mano e torna vicino
Può nascere un fiore nel nostro giardino
Che neanche l’inverno potrà mai gelare
Può crescere un fiore da questo mio amore per te”, ci canta Rino Gaetano.
“Non pensate a nulla. Andate in campo e divertitevi”, le ultime parole ai giocatori dell’uomosaggioeserenocheovunquehatrionfato, prima dell’ingresso in campo contro il Liverpool. Magari se si fosse ricordato del capolavoro di Rino Gaetano, avrebbe usato quelle parole. C’è di certo che un fiore è nato nella notte dei Campioni.
Azzurramente, Peppe Miale