L’ex boss Salvatore “’o russo” rivela il clamoroso accordo con i nemici di sempre: «Ci fu un incontro con Salvatore Barile su un terrazzo di vico dei Carbonari. Andavamo con i piedi di piombo, ma abbiamo trovato l’accordo. I profitti dovevano essere divisi a metà»
Dopo anni di reciproci spargimenti di sangue i clan Giuliano e Mazzarella avrebbero deciso di mettere da parte l’ascia di guerra. Una mossa, quelle due cosche, finalizzata a ridurre l’impatto di eventuali inchieste giudiziarie e a spartirsi il controllo degli affari criminali nel centro storico di Napoli: «Ci accordammo nel senso che noi Giuliano saremmo entrati nelle attività legali nei quartieri controllati dai Mazzarella, settore della vendita della mozzarella, del pane e della farina, e avremmo diviso i profitti a metà in quanto noi ci saremmo occupati materialmente delle forniture». Parola del super pentito Salvatore Giuliano “’o russo”.
A rivelare l’inedito retroscena è stato dunque il killer dell’innocente Annalisa Durante, pentitosi lo scorso anno in seguito al suo arresto per estorsione. Il ras di Forcella, rivolgendosi agli inquirenti della Dda di Napoli, ha deciso di vuotare il sacco e fornire una serie di importanti circostanze. L’ex boss, in particolare, il 15 giugno 2021 ha affidato ai pm della Dda un lunghissimo elenco di nomi di affiliati e capizona con i quali avrebbe intrattenuto rapporti in seguito alla propria scarcerazione: «Ho avuto un incontro con Salvatore Barile, Patrizio da San Giorgio e forse anche Alberto, cugino di Barile e Michele Mazzarella; l’incontro avvenne a Forcella su un terrazzo di un palazzo di vico dei Carbonari; io ero in compagnia di Alessio Vicorito e Gennaro Imparato. Qui sono iniziati i rapporti per la gestione degli affari tra i Giuliano e i Mazzarella, sebbene andassimo con i piedi di piombo». Insomma, dopo oltre vent’anni di guerra era giunto il momento di siglare una nuova pax di camorra.
La trattativa, stando a quanto riferito dall’ex boss Salvatore Giuliano, sarebbe effettivamente andata a buon fine: «Si parlò del passato, del fatto che tra noi non c’era mai stato sangue, dei rapporti di parentela tra le famiglie, avendo Michele Mazzarella sposato mia cugina Marianna, figlia di Luigi Giuliano “Lovigino”. Ci accordammo nel senso che noi Giuliano saremmo entrati nelle attività legali nei quartieri controllati dai Mazzarella, settore della vendita della mozzarella, del pane e della farina, e avremmo diviso i profitti a metà in quanto noi ci saremmo occupati materialmente delle forniture». E ancora: «Quanto alle attività illecite, estorsioni, droga e altro, ognuno avrebbe gestito le proprie zone. Attualmente il clan Mazzarella, retto da Salvatore Barile e Michele Mazzarella dopo la sua scarcerazione, avvenuta qualche mese fa, è articolato per responsabili di zona». Proprio le dichiarazioni di “’o russo” si sono rivelate determinanti per l’inchiesta che poche settimane è culminata nell’arresto di Salvatore Barile, Michele Mazzarella e Ciro Mazzarella, tutti e tre in procinto – secondo gli inquirenti – di fare perdere le proprie tracce, dandosi alla latitanza.