Le intercettazioni svelano i forti dissidi all’interno del gruppo Mazzarella, Marianna Giuliano era disperata per la gestione della cosca fatta dal marito ras Michele: «Quando è uscito avevo sul tavolo 800mila euro liquidi, ora ne abbiamo 30mila»
Tra patrimoni dissipati e tensioni pronte a esplodere da un momento all’altro, gli ultimi mesi all’interno del clan Mazzarella non sono stati propriamente sereni. Nonostante la nuova alleanza con il gruppo Giuliano, infatti, la cosca con base tra il rione Luzzatti di Poggioreale e la zona di piazza Mercato stava attraversando un periodo a dir poco turbolento. Il retroscena emerge dall’ordinanza di custodia cautelare che poche settimane fa ha portato dietro le sbarre i cugini ras Michele Mazzarella, Ciro Mazzarella e Salvatore Barile. Il primo, in particolare, sarebbe stato oggetto di durissime critiche persino dalla moglie Marianna Giuliano, altra vecchia conoscenza delle forze dell’ordine.
È il 18 marzo scorso quando una cimice piazzata dagli investigatori antimafia in casa di Ciro Mazzarella registra alcune significative conversazioni. Marianna Giuliano, in particolare, si confida «sulla crisi coniugale con il marito Michele Mazzarella». La donna, dialogando con Ciro Mazzarella, fa presente che quando il coniuge è stato scarcerato avevano una considerevole somma di denaro, evidentemente di natura illecita: «Io ho preso… all’inizio che lui è uscito… ma tu mi credi che quando è uscito quanto aveva stipato? Io… liquidi sopra il tavolo… mi sono rimasti… liquidi… ho rimasto ottocento mila euro… e non ho trovato niente più… quando è uscito avevamo trenta mila euro…». La stessa Giuliano conclude che il marito «non sa fare malavita».
Marianna Giuliano non era però la sola ad avere qualcosa di cui lamentarsi sul conto del marito. Anche Ciro Mazzarella, reggente del clan nella zona del Mercato, aveva parecchio da ridire e la circostanza emerge a chiare lettere dalla conversazione intercettata il successivo 28 marzo: «Però questo rimane tra noi – affermava il ras ai presenti – però la nostra riunione di oggi, la gente temerà! Perché domani mattina quando levano a sti due sbirri (il riferimento sarebbe a Michele Mazzarella e Salvatore Barile), perché sono due sbirri, confidenti e infami delle guardie, perché io non faccio niente e vivo con il panico, perché sono onesto». Gli inquirenti della Dda non erano però dello stesso avviso, tant’è che anche lui, insieme ai cugini, è finito in manette a inizio mese con l’accusa di associazione mafiosa ed estorsione.