L’ex vice segretario del Psi, Di Donato, a Stylo24: «Giunta di alto spessore ma poco politica. Il Pd conferma la vocazione per il potere»
Giulio Di Donato, ex vice segretario nazionale del Psi craxiano, e osservatore attento della politica cittadina: un voto alla giunta del neo sindaco Gaetano Manfredi
«Non vorrei peccare di eccessivo entusiasmo ma la Giunta di Manfredi a me sembra ottima per serietà, competenza, qualità, professionalità dei prescelti. Poi bisognerà vedere il gioco di squadra. Ma in partenza siamo in presenza di quella discontinuità che tutti aspettavamo. Giusta anche la scelta di Mia Filippone come vice. Il mio voto è 8. Certo, a ben vedere, le deleghe che contano, dalla cultura al Porto, ai fondi del Pnrr ed a quelli europei, i grandi progetti, il personale, l’organizzazione, il decentramento, la digitalizzazione, l’innovazione, sono tutte in mano al sindaco. Il resto, tranne il bilancio, è un po’ contorno. Insomma un super vertice tecnico-politico e una schiera di qualificati “collaboratori” alcuni dei quali si troveranno a dover affrontare l’emergenza della “ordinaria” amministrazione, il disastro lasciato in eredità da De Magistris, mentre per altri il rischio sarà quello di fare le belle statuine. Speriamo che non sia così».
Chi vince e chi perde nella coalizione larga nella composizione della squadra di governo?
«Ha vinto Manfredi. Hanno perso la coalizione ed i partiti, tranne il pd che ha portato a casa tre assessorati, confermando la sua vocazione di potere. Scolorita la presenza 5 stelle e delle altre liste. Il peso politico complessivo della coalizione che ha sostenuto Manfredi, al netto di pd e 5 stelle, è allo stato irrilevante. Il che francamente non credo sia un bene perché riduce gli spazi del confronto e annulla le identità politiche che in termini elettorali hanno contribuito in modo determinante ad eleggere Manfredi. Sarebbe un grave errore se esse, uscite senza rappresentanza visibile dalla manche della Giunta, si accucciassero ai piedi del potere rinunciando ad un ruolo politico per qualche poltroncina di sottogoverno».
È una giunta a trazione deluchiana?
«La trazione non so, ma Il modello è quello deluchiano. Come a Santa Lucia anche a San Giacomo la verticalizzazione è molto accentuata. Non so se lo saranno anche gli spazi di discussione e se sarà ammesso il dissenso. Mi auguro che in questo San Giacomo si muova con una sua autonomia. La discussione, a meno di intenti strumentali, è indispensabile per trovare le soluzioni migliori. A Napoli serve una svolta radicale dopo venti anni di errori ed omissioni della sinistra che poteva fare e non ha fatto e dopo l’ultimo decennio, anni sprecati in chiacchiere propaganda demagogia, dal quale stiamo uscendo. Ci sarà bisogno di pragmatismo, concretezza, visione. Ed anche prestigio politico per pesare nel confronto col Governo. Che questo comporti un gioco di squadra, una collegialità ed un ruolo politico di tutti gli attori che hanno contribuito a vincere con Manfredi è ovvio. Sarebbe un errore scivolare sull’uomo solo al comando».
Un procuratore, già esponente di punta di Magistratura democratica, prima presidente provinciale del Pd e oggi assessore. Che cosa ne pensa?
«Tutto legittimo, per carità, ma una caduta di stile. E una risposta a tante domande. Sulle quali varrebbe la pena tornare. Non è che non fosse nota la contiguità tra sinistra politica e sinistra giudiziaria, con epicentro in alcune importanti Procure. Una contiguità che come abbiamo appreso da Palamara, una voce interna corporis, spesso è diventata complicità. Ma oggi ne abbiamo una ulteriore conferma».
Una giunta così tecnica come può recepire e trasferire nell’azione amministrative le istanze della politica?
«Infatti il rischio di una Giunta come quella di cui stiamo parlando e che merita un voto alto per la qualità personale dei suoi membri è proprio il deficit di politica. Il che potrebbe comportare un impoverimento della azione amministrativa riducendone il respiro culturale e sociale. Non è detto che avvenga ma il rischio è alto. Ed in questo caso dall’ottimo voto iniziale si potrebbe scendere sotto la sufficienza».