di Francesco Vitale
Che cosa c’entra Marino Massimo De Caro, ex direttore della Biblioteca dei Girolamini e condannato per la «razzia» di libri antichi (ha finito di scontare la sua pena la scorsa settimana), con Paolo Arata, ex parlamentare di Forza Italia? Lo spiega Marco Lillo, sull’edizione odierna de «Il Fatto Quotidiano», riportando uno stralcio dell’interrogatorio che verte su una intercettazione telefonica, risalente a poche settimane prima dell’arresto di De Caro, avvenuto il 2 aprile del 2012.
L’intercettazione della telefonata
avvenuta nel 2012, tra Paolo Arata
e Marino Massimo De Caro
«Paolo Arata chiama De Caro e lo informa che si sta recando a Reggio Calabria. I due si risentiranno mercoledì mattina per fissare quando incontrarsi dato che Arata vuole parlare all’interlocutore di una cosa importantissima».
Così annotano, nero su bianco i carabinieri,
che stanno indagando su De Caro
e che monitorano la sua utenza telefonica
Ma di cosa voleva parlare Arata? Quale era la cosa tanto urgente da riferire a De Caro? E’ lo stesso ex direttore dei Girolamini a rendicontarne al pm che all’epoca, segue l’inchiesta sulla razzia dei libri. Alla domanda del pubblico ministero Giovanni Melillo (oggi procuratore a Napoli) su che cosa Arata avrebbe dovuto dire di tanto urgente, a De Caro, quest’ultimo risponde: «Paolo Arata è un ex deputato del Pdl, che si occupa di energie rinnovabili. Credo che la conversazione si riferisca a sue richieste di sponsorizzazione per nomine nel settore presso il senatore Marcello Dell’Utri».
C’è da considerare che De Caro è amico di Dell’Utri (anche lui coinvolto nella vicenda della razzia dei libri) e inoltre, l’ex direttore dei Girolamini è stato consulente del ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, per le bioenergie. E’ in quell’ambito, che ipotizzano gli inquirenti, De Caro avrebbe conosciuto Arata. Non è dato sapere, nello specifico, la ragione della telefonata di Arata a De Caro, ma non si esclude, hanno ipotizzato i magistrati, che potrebbe trattarsi di un interessamento verso l’Autorità indipendente per l’energia. Interessamento che, da quanto dichiara De Caro al pm Melillo, avrebbe dovuto essere portato all’attenzione di Dell’Utri.
L’informativa della Dia del 2018
Il nome di Arata, genovese di 69 anni, ex parlamentare, imprenditore, coinvolto di recente in un presunto caso di corruzione (vicenda Siri, ndr), compare anche in una informativa della Dia del 2018. «Dalle attività di indagine – scrivono i magistrati (riporta Il Fatto Quotidiano) – è emerso che Arata ha trovato interlocutori all’interno dell’Assessorato (regionale siciliano, ndr) all’Energia, tra tutti l’assessore Pierobon, grazie all’intervento di Gianfranco Micciché a sua volta contattato da Alberto Dell’Utri (fratello gemello di Marcello, ndr)».