«Quei soldi sono di mia moglie»
Si è difeso: “Quei soldi non sono miei, ma di mia moglie, frutto di alcuni regali ai figli e della pensione dei genitori di lei”, ma poi è passato al contrattacco. Giovanni De Pietro, titolare del sindacato autonomo immigrati, si è visto piombare nella sede del “Sai” a Palma Campania prima e nella sua abitazione poi la Guardia di Finanza. Le Fiamme gialle hanno requisito, come riporta un articolo del ‘Mattino’, atti e denaro, con una verifica “per controllare il regolare assolvimento della normativa vigente in materia di Iva e imposte sui redditi”.
Un controllo fiscale, che De Pietro, per il momento non è indagato, definisce “illegittimo”. Iniziato nella sede del sindacato di Vico Parrocchia, definito nel verbale come “Agenzia di Servizi per Stranieri”, e proseguito nella casa dello stesso titolare a Palma Campania (da tempo al centro di polemiche riguardanti la massiccia presenza di cittadini bengalesi). Più precisamente in camera da letto, dove i militari si sono fatti aprire una cassaforte, dalla quale hanno portato via 9mila euro, 11 cartelline contenenti documenti sull’attività del sindacato, registri di protocollo e centinaia di pratiche riguardanti i migranti.
“Noi chiediamo solo la somma per l’iscrizione, che può essere trimestrale, semestrale o annuale. Il nostro sindacato è in regola”. Tuona De Pietro, per cui “il comportamento è stato intimidatorio” e “viola lo statuto dei lavoratori”, oltre a essere “palesemente attività persecutoria antisindacale. I sindacati possono anche non avere sede e gli uffici non possono essere visitati da finanzieri ai fini fiscali”. Ma la sensazione è che l’indagine sia solo all’inizio.