Notte di follia nel degradato quartiere di Napoli Ovest, uno dei cuccioli è rimasto gravemente ustionato. I volontari della zona presentano una denuncia: «Un gesto di assoluta barbarie. Potevo incendiare l’intero palazzo»
Ancora una storia di orrore dal rione Traiano di Napoli. Stavolta la criminalità organizzata però non c’entra, ma si è trattato di un gesto di pura e gratuita crudeltà. Nella notte a cavallo tra mercoledì e giovedì ignoti hanno appiccato il fuoco a una cuccia all’interno della quale avevano trovato riparo una gatta e i suoi due cuccioli. Grazie al tempestivo intervento di alcuni residenti il peggio è stato per fortuna evitato, ma uno dei gattini ha purtroppo riportato delle brutte ustioni ed è adesso seguito da alcuni volontari della zona.
A dare notizia dell’ignobile gesto è l’associazione nazionale Animali natura ambiente fondali marini cittadini, che sulla propria pagina social spiega: «Ignoti hanno appiccato il fuoco incendiando una cuccia per gatti che il signore che abita sopra aveva preparato con amore a mamma gatta e ai suoi cuccioli nati da circa 30 giorni. Testimonianze riferiscono che mamma gatta è riuscita a portare via uno dei due cuccioli dalle fiamme, mentre l’altro è rimasto gravemente ustionato. L’abbiamo soccorso e ricoverato. Sul posto le persone, che anch’esse hanno rischiato il peggio per le fiamme alte che hanno raggiunto i due balconi a circa un metro e mezzo di altezza dove sotto era posizionata la cuccia, hanno spento le fiamme e ripulito confermandoci che non c’erano corpi di gattini morti nelle fiamme».
Insomma, una bruttissima storia che avrebbe potuto avere conseguenze ancora più drammatiche, coinvolgendo anche gli inquilini della palazzina. L’associazione animalista ha intanto presentato una denuncia a carico di ignoti e non è da escludere che il responsabile del gesto possa essere individuato in tempi ragionevolmente brevi. Sul punto, il commento dei volontari intervenuti al rione Traiano è quantomai laconico: «È stato un gesto di assoluta barbarie, ma per fortuna non sono tutti barbari, infatti un grande grazie va alla prima segnalante per il suo primo soccorso».