di Giancarlo Tommasone
Alcune associazioni di marittimi italiani non hanno preso molto bene la notizia diffusa nelle scorse settimane dall’amministratore delegato di Moby, Achille Onorato, figlio del patron di Moby-Tirrenia Vincenzo. Il 12 febbraio, in una lettera, sorta di comunicato stampa, da veicolare nei circuito dei media, l’ad del gruppo armatoriale annunciava la firma dell’accordo con i cantieri Gsi per la costruzione di due nuove navi ro-pax (termine che sta a indicare un traghetto che effettua anche servizio passeggeri). “Quattro navi, di cui due saranno destinate alla famiglia Onorato e le restanti a Gnv (Grandi navi veloci). L’armatore Achille Onorato annuncia un importante accordo, siglato ieri a Pechino con i cantieri Gsi, che prevede la costruzione a Guangzhou, in Cina, di nuove unità adibite sia al trasporto passeggeri che a quello merci”, recita testuale la lettera.

A molti, scrivevamo, non è sfuggita l’evidente discrasia. E neanche a noi. Il patron di Moby e Tirrenia (e di conseguenza il gruppo della sua famiglia), infatti, combatte ormai da anni la ‘battaglia navale’ con la campagna del navigare italiano, ma nel contempo fa costruire le navi in Cina. Dove, è risaputo, a parte gli ipotizzabili minori costi dal punto di vista fiscale, c’è un risparmio considerevole sulla manodopera.

Molti appartenenti alle suddette associazioni di marittimi italiani sono insorti sui social e si sono chiesti, perché la famiglia armatoriale a difesa dell’italianità non avesse scelto di affidare la commessa a costruttori cantieristici nostrani, uno su tutti Fincantieri, che – lo dicono i fatti – è un gruppo capace di realizzare tutte le tipologie di mezzi navali a elevata complessità. E poi perché scegliere proprio la Cina, lontanissima dall’Italia dal punto di vista geografico e non un Paese europeo?

Tornando alla commessa affidata alla Gsi, la prima delle due nuove navi “destinate alla famiglia Onorato” (citiamo ancora il documento diffuso da Moby), dovrebbe essere pronta entro aprile 2021; “il contratto prevede inoltre la possibilità di opzionare l’ulteriore costruzione di altre quattro unità ro-pax gemelle di ultima generazione, di cui due destinate alla famiglia Onorato e le restanti a Gnv”.

Le navi, dunque, potrebbero passare addirittura a quattro, tutte costruite in Cina. Sarebbe bello sapere cosa pensi dell’evidente incongruenza il patriota della navigazione Vincenzo Onorato. Nel frattempo la ‘battaglia navale’ tra quest’ultimo e Manuel Grimaldi (patron dell’omonimo gruppo armatoriale) continua, a suon di marketing, spot pubblicitari, dichiarazioni al vetriolo e difesa del Tricolore (all’occorrenza).
(V- Fine)
Le altre puntate dell’inchiesta: Tirrenia schiera la flotta «tricolore» contro Grimaldi, Un mare di soldi (ai sindacati) per la battaglia navale Tirrenia-Grimaldi, Formazione e reclutamento dei marittimi, l’asse sindacati-manning , Il mare? Ormai non bagna più la città di Torre del Greco