Babyrapinatore ucciso a Santa Lucia, “’o Cucù” intercettato: «Avessi saputo prima che era Armando Perrella dicevo vacci a parlare, le esequie te le pago io». Intanto il boss Saltalamacchia era in allarme dopo la stesa contro la Pastrengo: «Pigliamo le borse e andiamocene a rubare, quando avete finito di fare la guerra noi scendiamo e veniamo a fare le cose nostre»
L’omicidio del babyrapinatore Ugo Russo e la reazione dei suoi amici, che dopo il delitto si erano vendicati sparando all’impazzata contro la caserma Pastrengo dei carabinieri, aveva innescato una feroce fibrillazione tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli e i tre clan attivi nella zona: i Masiello-Esposito-Saltalamacchia. Erano giorni drammatici, i responsabili del raid non erano ancora stati individuati e i vicoli di Montecalvario erano letteralmente assediati dalle forze dell’ordine. Una circostanza, quest’ultima, che stava facendo crollare gli affari criminali delle cosche, soprattutto lo spaccio di droga. Nonostante ciò il giovane ras Vincenzo Masiello era pronto a pagare personalmente i funerali del 15enne ucciso a Santa Lucia durante un tentativo di rapina.
La vicenda è stata ricostruita grazia a una fitta attività di intercettazione ambientale e le trascrizioni di quei dialoghi sono state riportate nell’ordinanza di custodia cautelare che pochi giorni fa, con l’esecuzione di 53 arresti, ha portato alla decapitazione del triumvirato dei Quartieri Spagnoli. Determinante si è rivelato il dialogo tra gli indagati Ciro Burraccione e Vincenzo Masiello “Cucù” intercettato l’11 marzo 2020, con il primo che riporta al ras di largo Baracche il confronto avuto con Eduardo Saltalamacchia, boss della Pignasecca: «Venne il padre da Eduardo disse… perché non andammo dal morto… il padre disse Eduà… dove stanno… Ha detto Eduardo io non tengo niente da perdere, se non sono… voi che volete fare? non vi volete presentare? non volete dare? mo mi dovete dire quello che volete fare, perché io devo andare dai compagni miei, ci mettiamo a tavola tutti i compagni… senti questi vogliono fare la guerra alla Stato, pigliamo le borse e andiamocene a rubare, quando avete finito di fare la guerra noi scendiamo e veniamo a fare le cose nostre… perché così le cose nostre non possiamo, non siamo in grado di farle, stiamo venti di noi senza mangiare, con le famiglie…».
Insomma, stando a quanto riferito da Burraccione, Saltalamacchia, pur mostrando una certa solidarietà e comprensione per la tragedia subita dalla famiglia Russo, non fa mistero delle difficoltà che il suo e gli altri clan stanno attraversando, tanto da arrivare a sollecitare la consegna dei pistoleri che hanno fatto fuoco contro la caserma dei carabinieri. Il ras avrebbe infatti esposto al padre di Vincenzo Sammarco, poi arrestato per il raid, le conseguenze al quale il giovane sarebbe potuto andare incontro: «I miei fratelli se domani mi siedo a tavola, la possono pensare come me o non la possono pensare come me… ti posso dire che mi stai mettendo in condizioni… noi non vogliamo agire malamente, perché noi siamo ragazzi di mezzo la via, però tu ci devi fare sapere che intenzioni tieni… papele papele». Burraccione continua quindi nel suo racconto: «Disse lui (Giuseppe Sammarco, padre di Vincenzo) “no, io a mio figlio lo voglio fare presentare… però no come… martedì”, disse Eduardo “allora facciamo una cosa, fatemi un piacere dato che questo si vuole presentare, tu stai dicendo martedì, io mi posso sedere a parlare con ’o Cucù eh… vi dovreste pigliare la briga con lui…” disse lui».
I retroscena non sono però finiti qui. Due giorni prima del funerale di Ugo Russo, Vincenzo Masiello riferiva alla madre che era in atto una raccolta di soldi per i funerali del ragazzo deceduto e che aveva donato la somma di 300 euro; aggiungeva che se avesse saputo che a eseguire le esequie era l’agenzia di onoranza funebri di Armando Perrella, storico affiliato al clan Mariano, gliele avrebbe offerto personalmente: «Chi 50 euro, chi 50, io gli ho dato 300 euro – affermava “’o Cucù” ignaro di essere intercettato – se lo avessi saputo prima che era Armando Perrella dicevo vacci a parlare le esequie te le pago io». Proprio pochi giorni fa il carabiniere accusato di aver ucciso il 15enne Ugo Russo è stato tra l’altro rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio pluriaggravato.