La Procura aveva chiesto la condanna all’ergastolo
Il boss Carmine Amato, detto «capa inca», condannato a 20 anni di reclusione per l’omicidio di Francesco Feldi. Una pena mite raggiunta grazie alla strategia di ammettere le proprie responsabilità e che gli ha permesso di evitare il carcere a vita. Lo racconta Luigi Nicolosi in un articolo pubblicato su «il Roma». La pena è stata comminata al ras degli scissionisti al termine del processo di primo grado, celebrato con rito abbreviato. Non accolte le richieste della Procura: il pm, infatti, aveva chiesto la condanna all’ergastolo.
Le indagini sulla morte di Francesco Feldi arrivarono a una svolta nel maggio scorso quando finirono in manette Carmine Amato e Raffaele Teatro. Quest’ultimo, però, ha chiesto di essere processato con rito ordinario. I due devono rispondere di concorso nell’omicidio di Francesco Feldi, affiliato al clan Sacco-Bocchetti, eseguito a Napoli il 19 febbraio del 2011 in via Stelvio. Secondo quanto ricostruito dai pm, Feldi è stato ucciso per il controllo di una piazza di spaccio a San Pietro a Patierno. La vicenda è stata ricostruita anche grazie alle dichiarazioni di ben sei collaboratori di giustizia.