di Giancarlo Tommasone
Qualcuno, ma solo qualcuno, si ricorderà che all’inizio del 2017, il sindaco di Napoli aveva formato una squadra di saggi, presieduta dal giornalista Sandro Ruotolo. I componenti del pool avevano, come obiettivo, quello di sensibilizzare i napoletani, accompagnando i più restii attraverso il tortuoso percorso della legalità. Oltre a Ruotolo, furono chiamati a fare parte dell’organismo, un altro giornalista, Gigi Di Fiore, lo sceneggiatore Maurizio Braucci, il docente Pino Ferraro, lo storico Marcello Ravveduto e Susy Cimminiello – sorella di Gianluca, il tatuatore assassinato dalla camorra – scelta, proprio nei giorni scorsi dal presidente Chirico come assessore alle Politiche sociali e giovanili nella II Municipalità.
Il 2017 è stato un anno alquanto difficile dal punto di vista della legalità, che è stata messa costantemente in pericolo, in ginocchio ed è stata più volte annichilita.
Gli ultimi mesi dello scorso anno hanno visto il ritorno prepotente delle baby-gang e il fenomeno ha invaso tutti i quartieri della città, in particolar modo le zone della movida. Il nuovo anno è cominciato peggio della fine di quello precedente sul versante della legalità. Ma effettivamente non abbiamo visto i saggi intervenire su episodi come quello di Arturo, né sull’aggressione a Gaetano, né sulle sparatorie sul Lungomare, né tantomeno sull’omicidio del vigilante Francesco Della Corte.

Eppure l’organismo non sembra essere stato sciolto, ma nel caso non ci fosse più, i napoletani non se ne sono neanche accorti. La nascita è provata da un documento, quello del 22 febbraio 2017. “Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris con un decreto sindacale ha istituito un Comitato di inchiesta per conoscere e proporre strategie di contrasto e prevenzione dei fenomeni di illegalità, corruzione e criminalità della città di Napoli”, c’è scritto sul sito del Comune e poi via con i nomi dei componenti, che abbiamo riportato all’inizio del pezzo.
Magari staranno agendo nel silenzio, del resto la criminalità, la corruzione, l’illegalità si contrastano anche con operazioni in cui è necessario usare un basso profilo.
Ognuno utilizza i suoi metodi, sia chiaro, ad esempio l’assessore Alessandra Clemente, che ha la delega alla Legalità, parte dal presupposto che il primo passo da compiere per combattere la criminalità (nel caso anche quella che produce le baby-gang) si compia con l’educazione ai sentimenti.

E laddove non bastino i sentimenti si deve agire con la disciplina dello sport, rendendola obbligatoria a scuola. Come a dire che, per esempio, cuore e pallone fanno i figli belli.
E’ comunque una strada da perseguire, potrebbe pure portare a buoni risultati. Nel frattempo, tornando al comitato dei saggi, non è intervenuto nemmeno sulla sparatoria di Via Chiatamone. «Una risposta forte, adeguata e inequivocabile deve essere messa in campo dalle forze dell’ordine e dalla magistratura. Delle azioni sono state già decise e sicuramente ci saranno fatti concreti che chi di dovere metterà in campo», ha dichiarato invece Luigi de Magistris sull’episodio verificatosi domenica sera.

Non si sa a chi si riferisse quando ha parlato di fatti concreti che ‘chi di dovere’ metterà in campo. Forse al prefetto, al questore? Oppure a entrambi? O magari si riferiva anche a quello che metterà in campo il Comune?

Non dimentichiamo che gli agenti della Municipale – Corpo il cui comandante risponde solo al sindaco – sono agenti di polizia giudiziaria a tutti gli effetti, possono effettuare arresti, condurre indagini giudiziarie e possono essere impiegati a presidiare zone considerate a rischio, quelle ad esempio come Via Chiatamone, dove è stata spesso denunciata la presenza di parcheggiatori abusivi, peraltro dall’atteggiamento non proprio da gentleman col monocolo. E dove capita pure che si spari, in mezzo alla folla, rischiando di uccidere qualcuno.