«L’occupazione effettuata dalla Italstage alla Rotonda Diaz (N’albero) è stata ripetutamente verbalizzata dai vigili urbani, per il mancato rispetto delle aree date in concessione». A scriverlo è la direzione centrale del Comune di Napoli (servizi finanziari). Che tira le somme delle eccedenze di occupazione di suolo pubblico perpetrate dalla società che ha tirato su l’albero gigante a Rotonda Diaz.

Sono due i verbali di dicembre, che vanno aggiunti ai due di marzo. La prima eccedenza è di quasi mille metri quadrati per 14 giorni, per un totale di 54mila euro. L’eccedenza di occupazione di suolo si ripete: 978,2 metri quadrati, 4 giorni, per un totale di 10mila euro. Il primo totale è dunque di 195mila euro, come si evince dalle carte della direzione dei servizi finanziari di Palazzo San Giacomo. Perché al totale delle sanzioni va aggiunto il canone, le spese di notifica e gli interessi.
LA DENUNCIA DELLA COMMISSIONE TRASPARENZA
SUI VERBALI PER OCCUPAZIONE ABUSIVA
DELLA SOCIETA’ CHE HA INSTALLATO N’ALBERO
Ma non finisce qui. La Italstage perde il pelo, ma non il vizio. E le eccedenze si moltiplicano: 1390 metri quadrati, per 12 giorni, per un totale di 44mila euro. Stessi metri quadrati occupati abusivamente a distanza di pochi giorni, per un totale di 5mila euro. L’ultimo verbale è invece di 2mila 800 euro. In questo caso, con l’aggiunta del canone dovuto e delle spese si arriva a 150mila euro. In pratica, la Italstage, dovrà versare nelle casse di Palazzo San Giacomo 350milla euro.

«Oggi abbiamo avuto conferma dai servizi finanziari del Comune che la Italstage, società che ha realizzato e gestito l’evento N’Albero alla Rotonda Diaz lo scorso Natale, ha ripetutamente violato i limiti di superficie assegnata ed autorizzata – spiega in una nota il consigliere comunale di Napoli Mimmo Palmieri, presidente della commissione Trasparenza -. Sono, infatti, ben quattro i verbali che certificano il mancato rispetto delle aree date in concessione. Due elevati a dicembre 2016 e due a marzo 2017, per le quali, è bene ricordarlo, il Comune aveva pure concesso la riduzione dell’80 per cento del costo del canone».
«Il campanello d’allarme – prosegue Palmieri – era già stato suonato da Manfredi Nappi, assessore della prima Municipalità. Che pure, per tali motivi, aveva ipotizzato la decadenza del titolo concessorio. E la piena applicazione del canone dovuto pari a circa 283 mila euro a fronte dei 71 mila calcolati. La cosa che rende ancor più grottesco l’episodio – conclude il presidente della commissione Trasparenza – è che la mancata iscrizione a ruolo del titolo di credito potrebbe vedere la società in questione, in pectore per prossime iniziative di cui si parla in città (Corno o altro) beneficiare di ulteriori, sostanziose riduzioni sugli importi dovuti per occupazione temporanea di suolo pubblico. Sebbene allo stato risultino contestati, ma non iscritti al ruolo, violazione per importi così cospicui».