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Home Notizie di Cronaca

Nei pizzini di Matteo Messina Denaro le «clausole» per le estorsioni

di Redazione
29 Gennaio 2023
in Notizie di Cronaca
Tempo di lettura: 3 minuti
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Nuovi dettagli sulla vita criminale dell’ex latitante nei messggi a Bernardo Provenzano

Dai supermercati alla benzina, erano questi solo alcuni degli «affari» a cui mirava il boss Matteo Messina Denaro. Un business molto redditizio che interessava il boss, come emerge dai Pizzini scritti tra il 2003 e il 2006 ritrovati nel covo di Bernardo Provenzano. Una decina di messaggi che l’Adnkronos ha rimesso in fila e che, oltre ad aver contribuito alle indagini di questi anni, delineano la figura dello stragista di Castelvetrano.

La prima questione riguardava un paesano di Matteo Messina Denaro che ottenne la gestione di alcuni supermercati, il quale però aveva alcuni debiti con altri mafiosi e che ricevette richieste di pizzo. «Passo ora a dirle il mio problema che ho nella zona di Ag c’è una persona di Castelvetrano che ha la concessione dei supermercati» spiega Matteo Messina Denaro a “zio Bernardo”. Consapevole della situazione «complicata», Matteo Messina Denaro fa una sua proposta per risolvere la questione.

«Dunque il mio paesano ha diversi punti vendita in diversi paesi, ora lei deve stabilire un tot l’anno che il mio paesano deve dare per ogni punto vendita, poi si fa la somma del tot che ha deciso lei, così si vede quanto ogni anno il mio paesano deve uscire, solo che i soldi li defalchiamo ogni anno dai soldi che ci deve dare Cpz, fino a togliere tutto il debito che ha con noi. Tutto si ammortizza con il pizzo che deve uscire il mio paesano fino all’esaurimento del debito. Questa mia proposta ha delle clausole però – avverte Matteo Messina Denaro – che voglio rispettate, nel senso che non c’è margine di trattativa: o accettano o non accettano la mia proposta per come è, se pensano di porre dei cambiamenti già la mia proposta decade e non è più valida».

Le regole del boss Matteo Messina Denaro

Dal messaggio scritto a Provenzano, si scoprono anche alcune «regole» che vigono nella mafia e che fanno luce sul sistema del «pizzo». «Dato che il mio paesano ora pagherà il pizzo per ogni punto vendita, è sciolto da ogni obbligo di favoritismi, cioè i punti vendita sono del mio paesano e oltre a gestirli lui fa lavorare a chi vuole lui – sottolinea Matteo Messina Denaro – D’altronde – spiega – è sempre regola che chi paga il pizzo non ha più niente da dare, quindi niente più posti di lavoro, si pagherà solo il pizzo». Supermercati ma non solo.

Il boss di Castelvetrano catturato il 16 gennaio, voleva mettere le mani anche sulla benzina, con un progetto già in fase avanzata, a quanto scrive nel pizzino, consapevole però che si trattava di un business che faceva gola a molti, e per questo serviva la mediazione di Provenzano. «Riguardo alla benzina con tutti i suoi annessi, è una cosa abbastanza grossa ed è tanto che se ne parla, di certo c’è che deve ricadere in territorio di Alcamo e già si sa il punto preciso – scriveva Matteo Messina Denaro – Attorno a questa cosa orbitano un sacco di persone perché chiunque vuole accaparrarsi l’affare ed ognuno ha una sua fazione politica, io fino ad ora sono stato a guardare lasciandoli scannare tra di loro» ma a decisione presa, avverte il boss, «farò in modo che tutti gli avvoltoi che girano attorno a questo affare si ritirano»

Tags: matteo messina denaro
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