Roberto De Masi a Stylo24: «Dialogo con tutte le realtà ma in piena autonomia»
L’amministrazione comunale di Napoli, nonostante la larga maggioranza, almeno fino a ora, non ha dato la tanto attesa svolta. Le mille difficoltà della città, presenti prima del cambio di giunta, sono ancora ben visibili. Per questo c’è bisogno del giusto mix di persone d’esperienza ma anche «giovani» politicamente, che possano dare il proprio contributo alla città. Alla base dell’associazione de «I Riformisti», presieduta da Felice Laudadio e coordinata da Roberto De Masi, c’è tutto questo.
«Napoli ha bisogno di nuovi spunti, nuove idee per rinascere» ha raccontato De Masi a Stylo24. «Le prospettive dei riformisti – spiega – sono molto significative perché soprattutto a Napoli c’è bisogno di rilanciare un progetto futuro della città all’interno della Regione Campania e del Mezzogiorno. È necessario far ripartire un lavoro di elaborazione politica, culturale, programmatica che in questi anni è mancato e che vuole nella cultura riformista un punto di riferimento molto significativo».
«Tra l’altro – aggiunge – noi non abbiamo una mentalità da reduci, abbiamo dato vita a un’associazione al cui interno ci sono tanti esponenti, cittadini, che non hanno una storia socialista, che hanno una formazione riformista di diverso tipo, liberale o popolare. Facciamo un ragionamento molto proiettato sull’oggi, senza guardare al passato».
Il dialogo con i partiti politici
Il Terzo polo potrebbe essere la nuova casa dei socialisti?
«Si tratta di una realtà nuova nella politica italiana. È uno dei pochi fatti nuovi che sono emersi e certamente è un’esperienza che tra l’altro è in fase di costruzione, perché com’è noto sia Calenda che Renzi hanno annunciato l’avvio di un processo in qualche modo costituente per il Terzo polo. Sicuramente si tratta di una prospettiva alla quale bisogna guardare con la massima attenzione anche se noi come associazione intendiamo muoverci su di un piano di autonomia politica e culturale rispetto ai partiti. Siamo disponibili a un confronto ma certamente a partire dall’autonomia reciproca».
Quali passi deve compiere il Terzo polo per poterli accogliere?
«Non si tratta di accoglierci. Noi nei prossimi giorni, nelle prossime settimane avvieremo delle iniziative nelle quali presenteremo delle nostre proposte sulla città e sulla Regione Campania. Anche perché siamo in presenza di una situazione che è fortemente preoccupante. Nessuno di noi si nasconde le difficoltà che stanno dietro all’amministrazione di una città come Napoli o come la Regione Campania ma oggettivamente il bilancio del Comune, dall’elezioni a oggi, è un bilancio deludente. Manca una visione strategica sul futuro della città e siamo molto indietro rispetto all’ordinaria amministrazione».
«E quindi noi siamo interessati ad aprire un confronto con tutte le forze politiche, i movimenti culturali e associativi. Crediamo molto nel ruolo che, di fronte alla crisi assoluta del sistema dei partiti, possono svolgere le associazioni. Noi siamo molto interessati ad aprire un confronto con tutte le realtà associative che intendano contribuire a un progetto riformista per Napoli e per il Mezzogiorno. Se all’interno di questa nostra iniziativa ci saranno momenti di confronto col Terzo polo ben vengano, poi ovviamente valuteremo, alla luce dei fatti, gli sviluppi che potranno esserci».
La figura dello storico leader socialista
Rosato e altri esponenti si sono recati a Hammamet in visita sulla tomba di Craxi, che significato ha quest’atto?
«Io credo che sia un atto molto significativo, non credo che abbia avuto un carattere solo formale. Credo che come ha detto lo stesso Rosato, abbia rappresentato un riconoscimento politico, un omaggio a quello che è stato un grande riformista come il segretario del Partito Socialista Italiano che ha segnato delle pagine molto importanti per la storia del nostro Paese. La presenza di Rosato a Hammamet noi l’abbiamo giudicata estremamente positiva, proprio perché si tratta oggi di ristabilire la verità nel nostro Paese e riconoscere a Craxi tutti i meriti che si è guadagnato sul campo».
La politica ha un grande debito nei confronti di Craxi
«La politica ha un grande debito nei confronti di Craxi e c’è un’operazione verità che deve essere portata a termine. Bisogna che il Paese, ma soprattutto i più giovani, sappiano chi è stato veramente. Ma detto questo noi guardiamo al futuro. Non abbiamo avviato l’esperienza dell’associazione “I Riformisti” con la testa rivolta al passato, ma lo vogliamo fare invece studiando, approfondendo, guardando i problemi della società di oggi per cercare di fornire un contributo e di definire proposte che possano essere utili».