di Giancarlo Tommasone
Continuano a emergere molti dubbi sulla realizzazione e la riuscita del corteo a mare che il sindaco Luigi de Magistris, ha annunciato per il prossimo 29 giugno, cambiando drasticamente rotta sulla natura dell’evento stesso. Che in origine, lo ribadiamo, doveva essere il varo di una flotta salva migranti composta da 400 navi più una ammiraglia. E che poi si è tramutato in una semplice parata.
Al momento, non è stato ancora definito il programma della giornata, che però, dovrebbe prevedere anche una contestuale manifestazione a terra, con un concerto per cui si dovrebbero spendere circa 126mila euro. Ma lasciando stare gli aspetti di cui ci siamo ampiamente occupati, focalizziamo ora, la nostra attenzione sul percorso che dovrebbero seguire le barche per il corteo del 29 giugno, battezzato «Napoli, un mare di pace».
Stylo24 è stato l’unico giornale a riportare,
quello che doveva essere l’originario
itinerario della «parata».
Si doveva partire da Posillipo (all’altezza del ristorante Giuseppone a mare) per poi giungere a Castel dell’Ovo. Ma è probabile che, quando abbiamo scritto del tragitto stabilito da de Magistris e i suoi, qualcuno abbia contattato, in maniera informale, la Capitaneria di porto per mettere a conoscenza l’autorità marittima del progetto. E a questo punto, l’autorità marittima – è probabile – ha risposto che un tragitto del genere era assolutamente improponibile. Ma per quali motivi?
Innanzitutto perché l’area posillipina è protetta.
Altro problema è rappresentato dal fatto che il corteo di «navi» in mare aperto andrebbe a intercettare le linee di collegamento marittime, tra il porto di Napoli, o – per esempio – le banchine di Mergellina, e le isole (ma il discorso vale pure per le unità che provengono dalle isole e fanno rotta verso Napoli). Tutto ciò metterebbe a rischio l’incolumità di chi deciderà di effettuare il corteo. Inoltre, da fonti interne consultate da Stylo24, emerge che la riuscita della «parata» è tutt’altro che certa.
Poiché bisogna stabilire alcuni punti, di cui il sindaco non ha fatto menzione. Prima di tutto: chi si occuperà della sicurezza durante l’evento? Non è affatto detto che la Capitaneria, ente preposto a dare il via libera al sindaco, decida di assicurare, a spese del ministero dal quale dipende (vale a dire Infrastrutture e Trasporti), la copertura per la sicurezza di chi prenderà parte al corteo.
Il parallelismo deve farsi con le gare del Calcio Napoli,
per la perfetta riuscita delle quali
(parliamo sempre di sicurezza) si impegnano
poliziotti e vigili urbani.
Questo per dire, che se non c’è una direttiva del prefetto, che per motivi di ordine pubblico precetta la Capitaneria di porto e nei fatti la Guardia costiera per svolgere il servizio di sicurezza, l’evento è praticamente irrealizzabile. E sono queste le acque più difficili da attraversare per Capitan Giggino, il problema che deve superare se vuole centrare l’obiettivo. Pure perché, il sindaco parla di centinaia di imbarcazioni, 400, secondo la più rosea delle aspettative.

Ma pure se fossero soltanto 100, è evidente che rischiano di creare problemi enormi di manovrabilità in uno spazio d’acqua effettivamente ristretto, come è quello di fronte a Castel dell’Ovo o comunque prospiciente Via Caracciolo. Al momento altre cose di cui non ha parlato de Magistris sono: quale sarà il luogo preciso del raduno? Le imbarcazioni partiranno tutte da un solo «approdo»? Oppure, per effettuare il corteo, raggiungeranno un punto stabilito (o da stabilire ancora)?