di Giancarlo Tommasone
Tra presunti sabotaggi, Universiadi che partono e treni e funicolari che si bloccano, Napoli, la città che doveva essere la capitale dell’efficienza nel trasporto pubblico, nel 2019 (lo disse il sindaco de Magistris esattamente due anni), fa i conti con la mobilità al collasso. Proprio pochi minuti fa si è registrato un altro blocco della circolazione sulla Linea 1 della metropolitana, con il convoglio che ha accumulato un ritardo di mezz’ora sulla tabella di marcia. Insostenibile la situazione, non solo sul versante della Metro, diventata ormai una «barzelletta» (a causa dei ritardi, dei blocchi, delle corse che saltano e dei turisti increduli ad aspettare il convoglio che riparte), ma anche su quello degli autobus.
I numeri poco confortanti
del trasporto pubblico a Napoli
Tra luglio e agosto si assisterà al taglio complessivo di 36 corse su gomma, la più penalizzata resta sempre la periferia. I pullman in circolazione, secondo quanto apprendiamo da fonti sindacali, nel periodo estivo subiranno un taglio del 30% e dovrebbero attestarsi sulle 200 unità (ma approssimiamo per eccesso). Va da sé che i disagi per chi è costretto a muoversi con i mezzi pubblici, sono destinati soltanto ad aumentare.
Le accuse
di de Magistris:
treni guasti
a causa
di sabotaggi,
presentato
esposto in Procura
Nel frattempo, per quanto riguarda i ritardi e i blocchi dei treni della Metro, il sindaco de Magistris parla di sabotaggio e dice di aver presentato un esposto in Procura. A rispondergli, i sindacalisti Orsa Trasporti, Usb e Faisa Confail, attraverso un comunicato: «Va sottolineato che le affermazioni del primo cittadino Luigi de Magistris altro non sono che illazioni che rischiano di alimentare ulteriormente verso i lavoratori, i quali già quotidianamente subiscono violente aggressioni, ancora più astio da parte di una cittadinanza giustamente esasperata per il pessimo servizio offerto».
La risposta
dei sindacati
al primo
cittadino di Napoli
«Per quanto riguarda i guasti ai treni degli ultimi giorni, non è mai successo che si guastassero contemporaneamente 7 treni (ma lo dicono i verbali di servizio, non le chiacchiere)», afferma de Magistris in conferenza stampa. I sindacati rispondono anche su questo punto: «In questi giorni i treni stanno avendo gli stessi guasti che da anni quotidianamente hanno, ed è anche “logico” visto che parliamo di treni che in alcuni casi hanno 20 anni di età ed in considerazione del fatto che alcuni pezzi di ricambio non sono neanche più in produzione. La centrale informatica poi, non è altro che quel “cervellone” che gestisce la sicurezza in metropolitana sulla “tratta vecchia” Dante-Piscinola, sistema risalente ai primi anni ’90, e quindi sarebbe potuta andare in tilt da un momento all’altro, come ufficialmente comunicato da alcuni dirigenti dell’Anm attraverso le richieste di fondi per la manutenzione e l’ammodernamento delle tecnologie».
La denuncia delle sigle:
mancanza di personale
Respinte, dunque al mittente, le accuse di presunti sabotaggi, i sindacati sottolineano anche come si faccia quotidianamente i conti con la mancanza di personale. «Nel 2019 Napoli doveva diventare capitale europea dei trasporti, eppure il risultato è sotto gli occhi di tutti. Il bilancio 2018 si è chiuso in attivo senza un piano industriale serio, ma soltanto tagliando in maniera illogica il personale e, quindi, la qualità del servizio. Mancano almeno 300 persone nelle aree di produzione di gomma, ferro e sosta e sono stati messi “in regola” i conti con i soldi dei lavoratori e dei cittadini, aumentando i costi dei biglietti nonostante il peggioramento del servizio. Tra il 2016 ed il 2018 mancano circa 30 milioni di euro tra le spettanze dei lavoratori e le liquidazioni dei pensionati degli ultimi 2 anni (che dopo 35/40 di servizio aspettano ancora i loro soldi!)».
A proposito del paventato aumento del biglietto, che Amedeo Manzo, amministratore unico di Napoli Holding (che ingloba tutte le partecipate del Comune di Napoli), ha detto, nel corso di una intervista a «Il Mattino», va rivalutato e bisogna portare a un 1,30 euro, Adolfo Vallini (dell’esecutivo provinciale Usb lavoro privato) ha dichiarato, a Stylo24: «Una cosa completamente inaccettabile. Perché pagare di più per un non servizio? Tra l’altro, sappiamo benissimo che il trasporto pubblico, lo dice la parola, è finanziato con i soldi dei cittadini. Se il cittadino deve pagare di più, c’è bisogno di un servizio all’altezza e io, come la totalità dei napoletani non ne ho la minima percezione».
Il paventato
aumento del biglietto
di Anm per corsa
singola: potrebbe
essere portato
a 1,30 euro
«Il sindaco de Magistris sottolinea pure la questione del servizio fino alle 2 di notte, servizio che va oltre l’ordinario e che viene utilizzato in minima parte (porzione inconsistente) dai lavoratori pendolari, ma serve soltanto ai cosiddetti frequentatori della movida, che preferiscono spostarsi con la metropolitana, piuttosto che prendere l’auto», dichiara Vallini.
Vallini: perché pagare
per un non servizio?
«Una cosa del genere – conclude il sindacalista – va pure bene, anzi io sarei propenso per una metropolitana aperta h24, però tali interventi vanno fatti a valle della messa a norma del trasporto pubblico locale. Vale a dire, agiamo prima sull’ordinario e poi interveniamo su quello che va oltre l’ordinario».