Antonio Siciliano, Presidente di Assopic Associazione Partita Iva Campania, a Stylo24 sulla riunione che si è tenuta con gli assessori comunali sull’ipotesi chiusure contro la movida violenta: si rischia di mandare per strada intere famiglie.
La rivolta dei commercianti napoletani, che non ci stanno. Che ritengono non sia l’ennesimo giro di vite con altre chiusure, dopo quelle per l’emergenza Covid, la soluzione ai problemi della movida violenta a Napoli. E’ questo l’argomento che si è trattato ieri durante un incontro dei rappresentanti di categoria con gli assessori comunali Antonio De Iesu e Teresa Armato, che hanno le deleghe alla Sicurezza e polizia municipale e al Commercio.
Un incontro che, come ha sottolineato a Stylo24, Antonio Siciliano, Presidente di Assopic Associazione Partita Iva Campania e titolare del Bar Napoli, “non ha ancora portato a una soluzione del problema, che, come spesso avviene in questi casi, non si sta affrontando nel modo giusto. E’ assurdo pensare a un qualsiasi orario di chiusura delle attività del food a Napoli, che, in città, fanno parte di un comparto che lavora 24 ore al giorno”.
“Gli assessori – ha aggiunto Siciliano – si sono rivelate persone disponibili, con tutta la volontà di risolvere due problemi che noi conosciamo bene: la movida violenta, che riguarda soprattutto i minori, e gli schiamazzi notturni. Noi capiamo questo discorso, così come che la nuova amministrazione ha ereditato dalla vecchia molti problemi, come la mancanza del personale, necessario per attuare quei controlli che servirebbero molto. Per questo noi, ci tengo a ribadirlo, siamo aperti a tutte le soluzioni, tranne alle restrizioni di orario”.

Per questo motivo i commercianti hanno messo sul tavolo una serie di proposte. “Il problema principale è l’abusivismo. C’è chi vende alcolici a minori a prezzi irrisori. Oggi un ragazzo con 10 euro può bere fino a 7-8 drink, anche di scadente qualità, mettendo a rischio la sua vita e quella degli altri. Ci vorrebbero più controlli in questa direzione. E di certo la mancanza di risorse non può essere una giustificazione. Noi abbiamo proposto l’installazione di telecamere, segnalazioni via pec istantanee, tracciabilità dei prodotti alcolici da parte dei Nas, lo spegnimento della musica a una certa ora e persino una vigilanza privata. Viviamo già i problemi della pandemia, ora anche questo non riusciremmo a sopportarlo. Se io investo in una attività sulla base di un business plane che si fonda su alcuni orari, se questi vengono ridotti dalla sera alla mattina, mi ritrovo con l’acqua alla gola, rischiando di chiudere e mandando famiglie in mezzo a una strada. Qualsiasi fascia di orario si andrà a toccare si rischierà la disoccupazione”.
“Gli assessori sono sembrati aperti alle nostre problematiche. In fondo, parliamo di una giunta nuova, appena insediata. Capiamo tutto, ma chiudere è solo la cosa più semplice da fare, che porterebbe alla situazione peggiore, abbandonando gli imprenditori, i primi a volere una movida tranquilla, in un periodo in cui già siamo seviziati dal Covid”.