La notorietà raggiunta con la partecipazione al reality «Campioni, il sogno»
di Giancarlo Tommasone
Molti se lo ricorderanno per la partecipazione al primo reality sul mondo del calcio, «Campioni, il sogno». Il format andò in onda sulle reti Mediaset per due stagioni dal 2004 al 2006, e attraverso le telecamere si raccontò la storia di una squadra, il Cervia, costruita, almeno nelle intenzioni, per scalare classifiche e categorie. In quel team a favore di obiettivi e con la formazione decisa dal televoto, c’era appunto un giocatore napoletano, Claudio Moschino. Classe 1971, indossava la maglia numero 10, ruolo: centrocampista. Il sogno di sfondare nel mondo del calcio, per Moschino, è rimasto nel cassetto, del resto era arrivato al programma troppo tardi, a 34 anni.
Il reality, però, gli regalò una certa notorietà,
soprattutto a Napoli, e anche ad anni
di distanza dalla sua partecipazione allo show
A tal punto che, sarebbe stato perfino scelto per fare da «ragazzo immagine» in uno store di Corso Meridionale. Il negozio presso il quale sarebbe stato assunto Moschino, è la gioielleria Esposito, finita sotto la lente degli inquirenti, che la ritengono riconducibile al clan Contini. C’è di più, l’attività di Corso Meridionale, si evince dagli atti dell’inchiesta Condor (quella sull’organizzazione accusata di centinaia di truffe nei confronti di anziani), avrebbe avuto la funzione (insieme alla gioielleria Toscano) di riciclare l’oro sottratto alle vittime nel corso dei raggiri.
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riciclato nelle 2 gioiellerie dei Contini
Ma a questo punto è doveroso sottolineare un concetto: Moschino non è indagato, nulla ha a che vedere con l’inchiesta Condor, né con altre attività illecite di qualsiasi natura (riconducibili o meno al clan Contini). Il nome dell’ex calciatore finisce nel brogliaccio delle intercettazioni allegato agli atti, perché viene fatto nel corso di una conversazione che avviene tra tre indagati. E’ il 10 giugno del 2016, a bordo dell’auto di Fabio Cristiano, ci sono Enrico Lettieri e Raffaele Iavazzi.
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per mangiarci un po’ di vecchietti»
«Enrico dice che ieri è stato alla “comunione di Totore” e ha portato, per regalo, un croce in oro con brillanti del valore di 580 euro che però ha pagato solo 350. Fabio chiede se abbia acquistato il regalo da Esposito ed Enrico conferma; Fabio dice che se veniva lui, gli avrebbe fatto pagare ancora di meno», è riportato nell’ordinanza a firma del gip Francesco de Falco Giannone. Dopo aver parlato dello sconto, Lettieri chiede se «un ex giocatore di nome Moschino lavori in gioielleria, e Fabio (Cristiano) risponde di sì e che è pagato 2.000 euro al mese solo per fare “immagine” (vale a dire, per attirare clienti in virtù della sua ‘notorietà’)», è scritto ancora nell’ordinanza. Naturalmente, ribadendo la totale estraneità di Moschino rispetto a qualsiasi tipo di attività illecita, va pure detto che la circostanza che lo stesso ex calciatore lavorasse come «ragazzo immagine» a duemila euro al mese, presso la gioielleria di Corso Meridionale, si evince esclusivamente dalla citata conversazione avvenuta tra Lettieri e Cristiano.