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«Morì perché il killer si fece prendere la mano»

di Redazione
15 Dicembre 2021
in Notizie di Cronaca, Primo Piano
Tempo di lettura: 2 minuti
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Il pescivendolo si rifiutò di pagare il pizzo sulla droga

Nelle indagini che hanno portato all’esecuzioni di 46 misure cautelari nei confronti del clan Silenzio, un grosso aiuto per gli inquirenti, sicuramente, è arrivato dall’ex boss Umberto D’Amico, oggi collaboratore di giustizia che, come riportato nei verbali, ha raccontato diversi dettagli sulla mala di San Giovanni a Teduccio. Particolari, a volte, spiegati a D’Amico da Bernardino Formicola. L’uccisione di due fratelli che avevano una pescheria, spiegò Formicola al pentito, avvenne perché uno dei due non voleva «pagare il pizzo sulla droga».

Uno dei componenti del commando però «si fece prendere la mano e lo uccise» contravvenendo agli ordini del boss che aveva chiesto una semplice gambizzazione. Tra i killer, secondo D’Amico, c’era Francuccio Silenzio, boss dell’organizzazione del Bronx, che gli riferì l’intenzione «di ammettere l’addebito per avere lo sconto di pena e prendere 30 anni in continuazione con i vecchi reati trattandosi di un vecchio omicidio».

La guerra lampo tra D’Amico e Silenzio

Tra i D’Amico e i Silenzio non sempre è filato tutto liscio. Una piccola faida, di appena due mesi, scoppiò per una «grande offesa». «Vincenzo Marigliano (ritenuto affiliato ai Silenzio, ndr.) venne a sparare fuori casa mia quando fu arrestato» racconta il collaboratore. «Era venuto a sparare in seguito a un litigio tra G. I. con il fratello di Francesco Silenzio, che si chiama Francesco anche lui. G.I. gli disse che il fratello era uno scemo e Francesco si arrabbiò». Silenzio Francuccio, il grande, «ci mandò un messaggio tramite Alfonso Silenzio ma io (Umberto D’Amico, ndr.) non ero a casa quel giorno e l’imbasciata non l’ho mai avuta». Il ras dei Silenzio però «si incattivì, scese per strada e picchiò G.I. dopo averlo portato nel Bronx». La madre di G.I. andò nel Bronx e lo trovò a terra.

«Da lì – afferma il pentito – c’è stata la reazione in quanto si era trattato di una grande offesa per noi. C’è sto un periodo di guerra tra noi e loro con azioni reciproche di fuoco e anche bombe». La guerra però dopo poco terminò quando fu arrestato Vincenzo Marigliano. Parole che, naturalmente, dovranno essere verificate dagli inquirenti, ma che hanno aiutato le indagini a capire il clima che si viveva non molto tempo fa a San Giovanni a Teduccio.

Tags: boss umberto d'amico pentitoclan d'amicoclan formicolaclan silenzio
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