È stato sentito, nelle scorse settimane, dalla polizia giudiziaria sulle modalità e sulle tecniche applicate nel corso dei lavori di «Monumentando», il progetto del Comune di Napoli per il restauro a costo zero (in cambio di spazi pubblicitari) dei beni monumentali e storico-archeologici della città.

Si tratta di un restauratore professionista incaricato dalla società «Uno Outdoor», che ha vinto il bando su cui già l’Anac ha espresso severe censure. Ha deciso di raccontare alle forze dell’ordine quelli che, secondo lui, sarebbero le gravi irregolarità di tre diversi cantieri in cui è stato impiegato: Piazza Mercato, Rotonda Diaz e Piazza San Gaetano. La testimonianza del professionista è stata raccolta nell’ambito dell’inchiesta che la Procura di Napoli ha avviato a seguito dell’esposto, per presunte violazioni di legge nell’affidamento del contratto, presentato da Gaetano Brancaccio, presidente dell’«Associazione Mario Brancaccio» e animatore del comitato «Verità per Napoli», assistito dall’avvocato Maurizio Lojacono.
Secondo quanto trapelato, il restauratore si sarebbe soffermato su diversi aspetti, dalla sicurezza sul lavoro alla mancanza di materiale ed alla tempistica per la consegna dei lavori. Ancorata, a suo dire, più che ai tempi ordinari e fisiologici di delicate operazioni di restauro, alla raccolta pubblicitaria ad opera della «Uno Outdoor».
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