La circostanza emerge dalle intercettazioni allegate all’inchiesta contro le organizzazioni criminali dell’area nord
Con il boss Giuseppe Polverino latitante in Spagna, la reggenza del clan a Marano, va affidata a reggenti, che controllino la situazione in loco. Secondo quanto si evince da intercettazioni telefoniche e dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, all’interno della cosca si registrano avvicendamenti al vertice.
«Come si ricorda, infatti, già immediatamente dopo la sua scarcerazione – è scritto nella richiesta di misure cautelari contro vertici e gregari dei Polverino – Roberto Perrone (detto Paperone) veniva aggiornato telefonicamente dal Salvatore Liccardi, circa i nuovi assetti verticistici del clan Polverino, apprendendo direttamente dalla voce di Pataniello (Liccardi, ndr) che il nuovo reggente del clan di Marano non era più Sabatino Cerullo (definito nella circostanza recchie appizzate) bensì Salvatore Cammarota (alias occhi a palla) e che lui, unitamente a Giuseppe Simioli erano i suoi più stretti collaboratori, aggiungendo che tali avvicendamenti erano ovviamente stati disposti da Giuseppe Polverino in persona».
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Proprio l’uso di appellativi, considerati troppo confidenziali da parte degli affiliati, porteranno la moglie del boss Peppe ’o barone (Giuseppe Polverino, ndr), a redarguire Roberto Perrone (una volta personaggio di spessore della cosca, poi passato a collaborare con la giustizia) e a invitarlo al rispetto dei ruoli.
Il reggente
apostrofato
«occhi a palla»
Perrone è in un momento di difficoltà, segna il passo, relativamente alla sua posizione nel clan, sostituito nel ruolo di capozona, dal suo «delfino e allievo» Salvatore Liccardi. Quest’ultimo viene intercettato in auto mentre parla con Cammarota, che gli riferisce di una «ramanzina» a Perrone.
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«Cammarota – gli inquirenti commentano il contenuto dell’intercettazione – si diverte a riferire a Liccardi della ramanzina che la moglie del boss Giuseppe Polverino, riservò a Paperone allorquando il medesimo si concesse il lusso di adoperare l’appellativo di occhi a palla nei suoi confronti (di Cammarota), mentre parlava con la donna. Che disse testualmente a Perrone: non ti permettere più di prenderti questa confidenza».