di Francesco Monaco
Minuto 72 di Sampdoria-Milan. “Zapata per Zapata”. Quel gol degno dei migliori “Sella e Cavallo”, binomio autentico incubo di Oronzo Canà ne ‘L’allenatore nel pallone’, ha fatto sorridere quasi tutti i tifosi d’Italia. Quasi, appunto. Perché, escludendo, ça va sans dire, i milanisti, anche i napoletani poco o nulla avranno trovato da ridere di fronte a quel pallone che finiva alle spalle di Donnarumma nella gioia di Marassi. E non di certo per un’atavica o di qualsivoglia tipo di empatia nei confronti dei rossoneri, nemici storici degli anni ’80. Ma forse, soprattutto, perché non c’è sostenitore partenopeo che, in quel preciso istante, non sia tornato con la mente a neanche 24 ore prima. A Ferrara. A Spal-Napoli. E i circa 217 chilometri che separano il comune emiliano dal capoluogo ligure si sono trasformati nella stessa distanza che c’è tra un rimorso e un rimpianto. Si dice che sia meglio passare la vita a contare i primi, piuttosto che dover fare i conti solo con uno dei secondi e forse è proprio vero.
Allora il rimpianto più grande in casa Napoli, dopo l’infortunio occorso ad Arek Milik, che costringerà l’attaccante polacco a rivivere il calvario della scorsa stagione, lontano dai campi per almeno 5 mesi, di rimpianti ne porta parecchi.
E sebbene ieri, in conferenza stampa, Maurizio Sarri si sia affrettato a sistemare Callejon e persino Ounas sulla sedia di possibile vice Mertens, in caso di raffreddore al belga, questo non può bastare. E forse non basta neanche a lui. “Non sono il presidente o il direttore sportivo. Non ho venduto né trattenuto nessuno”. Qualcuno, invece, avrebbe dovuto farlo. Qualcuno che, forse, avrebbe dovuto pensare a come nel calcio, metafora da sempre perfetta della vita, tutto possa accadere. E allora la domanda che andrebbe fatta al presidente De Laurentiis e alla società è se sia stato il caso di cedere, da gennaio a giugno, ben tre attaccanti. Gabbiadini, Pavoletti e il sopracitato Zapata. Che così tanto bene aveva fatto a Udine.
Fidandosi ciecamente della nuova vita dell’ex Psv da centravanti e di chi veniva da un infortunio così grave come il polacco. Forse, chissà, proprio questa sera, contro il Feyenoord, in una sfida fondamentale, sarebbe stato importante avere qualcuno in grado di consentire a Dries di riprendere fiato. O, e qui torniamo con la mente a Spal-Napoli, di giocare insieme allo stesso Mertens, in un 4-2-3-1 che sabato ha regalato spettacolo e una linfa diversa al calcio sarriano in un momento di difficoltà. Quello che, non resta che sperare, non si ripeta mai in questa stagione. O almeno fino a gennaio. Memori di uno dei mantra di questa società, ovvero “Il mercato è aperto tutto l’anno”. Il problema è che non sempre chi di dovere ha modo di ricordarsene nei tempi e nei modi opportuni.