Il plenum del Csm lo vota a maggioranza e il numero uno degli inquirenti napoletani ottiene tredici preferenze a favore. Scongiurato il ballottaggio
Giovanni Melillo è il nuovo procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. Lo ha nominato questa mattina il plenum del Csm a maggioranza. Melillo, attuale capo della Procura a Napoli, ha avuto la meglio con 13 voti a favore, sugli altri candidati: il capo della procura di Catanzaro Nicola Gratteri (a cui sono andate 7 preferenze) e il procuratore aggiunto alla Direzione nazionale antimafia Giovanni Russo (5 i voti espressi a suo favore).
La nomina è avvenuta alla prima votazione e non è stato necessario il ballottaggio, come si ipotizzava alla vigilia, tra Melillo e Gratteri. A favore di Melillo hanno votato i cinque togati di Area e i tre di Unicost, i vertici della Corte di Cassazione, il primo presidente Pietro Curzio e il procuratore generale Giovanni Salvi, i laici Alberto Benedetti e Filippo Donati, M5S, e Michele Cerabona, Forza Italia.
In magistratura dal 1985, Melillo è stato prima pretore a Barra, poi a Napoli, dove dal 1991 è stato sostituto procuratore. Dopo un periodo fuori ruolo a partire dal 1999 come magistrato addetto al Segretariato generale della Presidenza della Repubblica, dal 2001 al 2009 è stato sostituito alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, svolgendo funzioni requirenti di coordinamento investigativo nazionale in materia di criminalità organizzata di tipo mafioso, riciclaggio, narcotraffico, delitti collegati ad appalti pubblici, cooperazione internazionale, stragi terroristiche. Nel 2009 è tornato a Napoli con le funzioni di procuratore aggiunto. Dal 2014 è stato di nuovo collocato fuori ruolo per svolgere l’incarico di capo di gabinetto al ministero della Giustizia, con il guardasigilli Andrea Orlando. Nel 2017 è stato prima sostituito pg a Roma e poi nominato, ad agosto, alla guida della Procura di Napoli.