Tangenti e camorra tra Melito e Napoli, le intercettazioni svelano l’accordo tra Emilio Rostan e il consigliere comunale Grande: «È venuto qualche amico di Napoli, mi hanno offerto 2mila euro, ma la facciamo con te questa operazione»
Accordi trasversali, siglati al di là degli schieramenti politici, e fiumi di tangenti per portare a casa il “risultato”. Emilio Rostan, politico di vecchio corso e padre dell’ex deputata Michela Rostan, non si sarebbe limitato a “sponsorizzare” la candidatura a sindaco di Melito di Luciano Mottola tramite le proprie conoscenze nel clan Amato-Pagano, ma in almeno un’occasione si sarebbe interessato anche alla tornata elettorale per il rinnovo del governo dell’ex Provincia di Napoli: «Mille euro adesso per la firma della lista e 1.000 euro dopo quando si lavora… se sei d’accordo tu».
L’inchiesta sullo scambio politico-mafioso che pochi giorni fa ha travolto il Comune di Melito, portando all’esecuzione di ben sedici arresti, tra cui quello del primo cittadino Mottola, ha visto Emilio Rostan nel ruolo di dominus indiscusso. A Rostan viene però contestata anche la corruzione del consigliere comunale di Melito Massimiliano Grande, al quale avrebbe consegnato la somma di 2.000 euro al fine di indurlo a votare la lista Grande Napoli per la elezione dei consiglieri della Città Metropolitana di Napoli. La vicenda è emersa grazie a tre intercettazioni effettuate tramite il telefonino di Rostan e ai successivi accertamenti bancari.
Il 17 febbraio 2022 Emilio Rostan incontra il consigliere Grande il quale gli dice «andiamo al dunque… stamattina è venuto qualche amico di Napoli… sia per la lista e sia per… il voto… ok, giustamente loro vengono incontro a un’esigenza personale… perché dice… come tu ben sai a me mi piace essere chiaro… preciso nelle cose… comunque ehm… mi hanno offerto 2mila euro… ok… io personalmente prima di dire sì… ho detto faccio un passaggio da Emilio… 1.000 euro adesso per la firma della lista e 1.000 euro dopo quando si lavora… se sei d’accordo tu… loro la facciamo con te questa operazione… e siamo a posto senza perdere tempo… va bene?». La conversazione tra i due procede senza intoppi e Grande conclude: «A posto? Perfetto… per quanto riguarda sta situazione… vieni da me… con il blocchetto delle firme… mi porti 1.000 euro io ti firmo la lista… quando andiamo a votare mi dai gli altri 1.000 euro… stop». Rostan, dopo aver provato a trattare un po’ sul “prezzo”, chiosa: «Chiuso il discorso… mo’ chiamo mio nipote e dico devi venire a prenderti la firma».