Tra gli indagati figurano anche Gs e Auchan
La Procura di Milano ha chiesto il processo con rito immediato per 13 persone, destinatarie a settembre di un’ordinanza, tra arresti domiciliari e misure interdittive, per una presunta maxi frode fiscale, con 1,8 miliardi di euro di fatture false e un’evasione Iva da 260 milioni, per la quale tra gli indagati figurano anche le società della grande distribuzione Gs e Auchan, ora Margherita, e Miti, che opera nel campo del ‘personal care’.
La richiesta di immediato (si salta l’udienza preliminare) sarà valutata dal gip Roberto Crepaldi ed è stata avanzata dai pm Nicola Rossato e Stefano Civardi nell’indagine coordinata anche dall’aggiunto Maurizio Romanelli e condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf milanese. L’inchiesta ha portato anche a sequestri per 260 milioni di euro, di cui 60 a Gs, controllata da Carrefour, e Auchan.
Quest’ultima, tra l’altro, sul fronte amministrativo-tributario ha già versato all’Agenzia delle Entrate circa 60 milioni di euro, mentre altri accordi col Fisco, a seguito degli accertamenti, saranno definiti nei prossimi giorni. Tra le 9 persone ai domiciliari anche Gianpietro Racagni, ex responsabile dell’ufficio acquisti del ramo italiano di Auchan, così come gli imprenditori bresciani Giorgio e Maurizio Lazzari e campani Antonio, Raffaele, Vittorio e Alfonso Crisci.
Quattro erano state le misure interdittive, 46 indagati in totale e accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere ed emissione di false fatture. Secondo la ricostruzione, il sistema di frode “carosello” sarebbe stato portato avanti tra il 2015 e il 2021 in due modi: uno attraverso false lettere di intenti per effettuare da fornitori italiani acquisti di merci senza applicare l’Iva; l’altro attraverso acquisti da fornitori di altri paesi dell’Ue anche in questo caso senza applicare l’Iva.