diGiancarlo Tommasone La campagna contro la Tirrenia organizzata sul portale change.org è arrivata a raccogliere ventimila firme. Un volume di sigle su 25mila, come obiettivo ultimo nella petizione on line. La mobilitazione in rete è partita per chiedere la revoca immediata della convenzione tra lo Stato e la compagnia di navigazione del gruppo Onorato.
Ideatore della petizione, il leader di Unidos ed ex governatore della Regione Sardegna, Mauro Pili
Mauro Pili
«Sottoscrizioni a valanga per dire basta alla Tirrenia – ha spiegato – Un risultato straordinario raggiunto in pochissimo tempo e che ora punta a demolire la convenzione capestro tra il gruppo Moby-Tirrenia e lo Stato da 73 milioni di euro all’anno per complessivi 560 milioni di euro in 8 anni». Il casus belli, per una «guerra» che si trascina da diversi anni, è rappresentato soprattutto dai servizi resi da parte della compagnia armatoriale, considerati «pessimi». Rispetto ai «costi alle stelle e alle navi (utilizzate) vecchie. Una continuità territoriale inesistente e senza controllo con unità che si fermano in mezzo al mare a seguito di black-out durante la navigazione».
Pili, in sostanza, si chiede e chiede al governo: perché una compagnia che riceve aiuti statali, quantificati in 73 milioni di euro, pratica prezzi così alti rispetto ai concorrenti?
«I biglietti alle stelle – ha pure tenuto a sottolineare il leader di Unidos – sono tra i responsabili di una stagione turistica duramente penalizzata. Un nucleo familiare, due adulti e due bambini, nella tratta Genova-Olbia, andata e ritorno sono costretti a pagare oltre 1.000 euro».
L’armatore Vincenzo Onorato
La richiesta contenuta nella petizione – avviata nei giorni immediatamente successivi al Ferragosto – è diretta, naturalmente, al ministro dei Trasporti ed delle Infrastrutture, Danilo Toninelli. Una compagnia, quella di Onorato, che deve fare i conti anche con altre vicissitudini. Circostanze problematiche che Pili tiene a sottolineare; evidenziando tra l’altro, attraverso le dichiarazioni rese all’atto della partenza della petizione on line, il declassamento del titolo Moby. Che alla fine dello scorso maggio (periodo di riferimento per i dati snocciolati da Pili) era passato dal 91% al 78% del valore di emissione.