di Giancarlo Tommasone
Roma va salvata oppure no? E come la mettiamo con i Comuni che vivono le stesse vicissitudini (tristi, anche se con le dovute proporzioni) di cassa della Capitale? In questi giorni assistiamo al braccio di ferro che vede seduti allo stesso tavolo le due anime, sempre più distanti del Governo: da una parte il M5S (che spinge per ripianare il debito capitolino), dall’altra la Lega, attraverso le esternazioni contrarie alla manovra, di Matteo Salvini.
Salva-Roma, la manovra
da 12 miliardi che divide il Governo
Stylo24, sulla questione, ha raccolto le considerazioni del consigliere pentastellato a Palazzo San Giacomo, Matteo Brambilla. «A Roma, ci sarà una rinegoziazione del mutuo, con l’accollamento di una parte del mutuo allo Stato». Parallelismi con il «salva-Napoli»? «Sono due cose diverse, un punto di contatto, però, è sulla rimodulazione del tasso di interesse, mi riferisco alla manovra che Napoli ha fatto con la Cassa Depositi e Prestiti, sia con l’anticipo di cassa di 200 milioni che con il precedente protocollo da 700 milioni».
Le considerazioni del consigliere
comunale Matteo Brambilla
Tornando alla manovra capitolina, ha trovato l’opposizione sia di Salvini che dello stesso sindaco de Magistris: è giusto, con l’accollamento di un debito sullo Stato di 12 miliardi di euro, salvare Roma? «E’ giusto agire su una città in difficoltà. Poi come ha detto il viceministro Laura Castelli, ogni città ha la sua storia. Roma ne ha una, Napoli un’altra, Torino e Catania, altre ancora. Riferendomi a Salvini, posso dire che fa politica, mentre il Movimento 5 Stelle fa i fatti. La manovra è già nell’agenda del Governo». «Salvini continua a fare chiacchiere, va dato atto al M5S, se assistiamo, per la prima volta, all’interessamento dello Stato agli enti locali. Prima dell’avvento del nuovo Governo, questo argomento era praticamente lettera morta. Poi bisognerà vedere come agire, visto che i soldi non ci sono. Quella su Roma, è stata una manovra per alleggerire il tasso di interesse, cosa che si è registrata anche a Napoli, con la rinegoziazione del debito», dichiara Brambilla.
A cui rivolgiamo anche una domanda relativa alla partenza del reddito di cittadinanza, che pare non aver soddisfatto, almeno finora, le aspettative di chi si è visto accordare la richiesta; ci riferiamo alla famosa questione dei 40 euro. Che tipo di ripercussioni può avere tale stato di cose sulle prossime Europee, per il M5S. «Per far entrare a regime la manovra del reddito di cittadinanza bisognerà aspettare un anno, nel frattempo il M5S riceve messaggi positivi dalla gente, perché prima del Movimento nessuno si era occupato delle vicissitudini vissute dai cittadini. Io credo che non ci sarà alcuna ripercussione (negativa) sul voto delle Europee. Pure perché si tratta di una questione locale», risponde il consigliere grillino.