Estorsioni e pestaggi a Fuorigrotta, affondo della Procura: chiesto il giudizio immediato per i due fratelli aguzzini
di Luigi Nicolosi
Pochi mesi fa venne ridotto a una maschera di sangue davanti alla figlioletta: tutto per una maledetta estorsione. In una manciata di giorni, anche grazie alla sua coraggiosa denuncia, le indagini fecero il proprio corso e in manette finirono i fratelli, presunti ras di Fuorigrotta, Alvino e Mariano Frizziero. Da allora – era l’inizio di ottobre scorso – i due aguzzini di Napoli Ovest non hanno più messo piede fuori dal carcere e per loro le grane potrebbero essere tutt’altro che concluse. Subito concluse le indagini preliminari, la Procura antimafia ha infatti formulato al gip la richiesta di giudizio immediato: atto che a questo punto farà da apripista all’ormai imminente processo. Resta da capire con quale rito – dibattimento o abbreviato – i fratelli Frizziero decideranno di essere giudicati.
La vicenda che ha portato alla cattura di Alvino e Mariano Frizziero è tristemente nota. I due imputati sono infatti accusati di aver messo sotto estorsione il titolare di un negozio di elettronica all’interno del mercato di via Metastasio. I Frizzieri avrebbero avrebbero costretto la vittima a consegnare in diverse occasioni materiale informatico dal valore commerciale non trascurabile: smartphone, Playstation e molto altro. Mariano Frizziero, preso il maltolto, non avrebbe pagato neppure un euro, Alvino Frizziero, avrebbe invece versato una piccola somma, comunque non sufficiente a saldare il debito.
Ma in almeno una circostanza la vicenda avrebbe assunto i connotati di una vera e propria spedizione punitiva, con il commerciante che il 28 settembre scorso è stato minacciato con parole di fuoco: «Ti devo riempire la testa di coltellate», disse Alvino. Mariano avrebbe in seguito rincarato la dose affermando: «Scemo, tu a Fuorigrotta devi portare rispetto perché comando io», per poi colpirlo violentemente con un casco e con svariati pugni al volto, ribandendo infine: «Devi portarmi i soldi fino a casa, comando io a Fuorigrotta». E ancora: «Ti sparo in testa, non ti faccio più uscire di casa, ti faccio chiudere il negozio». Quello stesso giorno il povero commerciante riportò ferite in varie parti del corpo che i medici ritennero guaribili in quindici giorni. Un incubo al quale dopo pochi giorni posero fine gli uomini della polizia di Stato con la cattura dei due aguzzini.