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Home Inchieste e storia della camorra

Fabbrocino e il tribunale di camorra per giudicare affiliati e nemici

di Redazione
25 Aprile 2019
in Inchieste e storia della camorra, Notizie di Cronaca
Tempo di lettura: 4 minuti
Il padrino della Nuova famiglia, Mario Fabbrocino (deceduto nel 2019), in una foto risalente agli anni Ottanta

Il padrino della Nuova famiglia, Mario Fabbrocino (deceduto nel 2019), in una foto risalente agli anni Ottanta

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di Giancarlo Tommasone

Il boss Mario Fabbrocino, deceduto ieri nell’ospedale di Parma, è considerato tra gli ideatori del cartello che si schierò contro la Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo. La «confederazione» di cosche, che poi, una volta strutturata completamente, si chiamerà Nuova famiglia, nasce alla fine degli anni Settanta e in origine viene denominata «Onorata fratellanza».

Da Onorata
fratellanza
a Nuova famiglia,
come nasce
il cartello che si opporrà
alla Nco
di Raffaele Cutolo

Alle 22.00 del sei maggio 1981, Fabbrocino viene fermato a un posto di blocco, a Pomigliano d’Arco. All’epoca ha 38 anni. E’ a bordo di una Fiat 131 blindata, condotta da tale Francesco Palumbo. Quest’ultimo viene trovato in possesso di una patente falsa e di una pistola a tamburo. A Mario Fabbrocino, nell’occasione, viene sequestrata una serie di lettere, mentre all’interno dell’automobile, i carabinieri rinvengono alcuni documenti e un’altra pistola. Per entrambi gli occupanti scatta l’arresto.

Il sequestro dei documenti
che fanno emergere
la costituzione
della nuova organizzazione criminale,
e della lista con i nomi dei detenuti
da far confluire nel penitenziario irpino

La prima cosa che ’o gravunaro (così come viene chiamato negli ambienti della malavita, Fabbrocino) chiede alle forze dell’ordine, per sé e per Palumbo, è di non essere portati in carcere a Napoli, bensì, ad Avellino. A Poggioreale, infatti, all’epoca c’è la «predominanza» dei cutoliani.

L’arresto
del sei maggio 1981
e la richiesta
di Fabbrocino:
portateci nel carcere
di Avellino

Entrambi gli arrestati, dunque, avrebbero corso seri pericoli per la propria incolumità; infatti, è scritto in un verbale dell’epoca, allegato alle risposte alla interrogazione scritta n. 3010 dei senatori Flamigni, Salvato, Taramelli, Greco (18 febbraio-2 marzo 1987), si «accertava, in particolare, che Mario Fabbrocino, nel settembre del 1980 era stato fatto segno di ripetuti colpi di arma da fuoco e gli era stato ucciso anche un fratello (Francesco, il 7 ottobre)», proprio dalla fazione della Nco di Raffaele Cutolo.

Il ruolo di vertice
di Mario Fabbrocino,
tra i fondatori
del cartello anti Nco

Tra i documenti che vengono rinvenuti e sequestrati a bordo della Fiat 131, c’è pure una lista di nomi, per cui chiedere il trasferimento (non si evince a chi è diretto l’appello) presso il carcere irpino. Lo scopo è duplice, annotano gli inquirenti: da un lato si vuole preservare l’incolumità dei sodali di Fabbrocino dall’azione dei cutoliani (concentrati a Poggioreale), dall’altro si cerca di arruolare e di indottrinare uomini da schierare contro la Nco.

La divisione dei profitti
in base al rango
Le zone di competenza
Le sanzioni per chi
non rispetta le regole

«Dall’attento esame dei documenti rinvenuti nell’auto – è scritto nella relazione all’attenzione del Senato – gli inquirenti venivano a conoscenza della costituzione di un’associazione criminosa denominata “Onorata Fratellanza”, dello statuto di essa, delle modalità di ammissione degli affiliati, dei profitti che da essa avrebbero potuto trarre i singoli soci, in base al rango, delle rigide regole che la governavano, delle sanzioni da irrogare a coloro che venivano meno al codice di onore, della costituzione di un “tribunale” per giudicare sia i soci e gli affiliati che i terzi (“i contrasti”), i quali si ponevano in conflitto di interessi con la suddetta organizzazione».

Delle numerose lettere acquisite agli atti, è sottolineato ancora nella relazione, assumevano particolare rilievo, quella di «Gaglione e del Vangone, che ponevano in luce la possibilità dell’associazione di ottenere trasferimenti di detenuti, l a necessità di indottrinare quelli ritenuti meritevoli di entrare a far parte della stessa ed i collegamenti con alcuni esponenti politici; quella del Di Biase, da cui emergeva che la distribuzione delle zone di influenza veniva disposta dall’alto; un’altra missiva dello stesso Gaglione, con cui veniva assicurato a Fabbrocino che le sue idee erano condivise anche da altre persone che si erano dichiarate onorate di appartenere alla “Fratellanza” e pronte per combattere per la giusta causa». Gli inquirenti esaminano anche altre lettere, contenenti in alcuni casi, nominativi ed un elenco di detenuti che si trovavano in altre carceri e che Fabbrocino avrebbe dovuto far trasferire presso la struttura penitenziaria di Avellino.

L’indottrinamento
dei potenziali affiliati
e il tribunale
della camorra per giudicare
sia i sodali che i «contrasti»

Tornando alla citata «Onorata Fratellanza», gli inquirenti, all’epoca del rinvenimento della documentazione, sottolineano come cominci a fare proseliti fin dalla sua fondazione, che si attesta intorno all’autunno del 1978. Da quel gruppo originario, che si fonderà insieme ad altre frange, sarà formata poi la Nuova Famiglia, «confederazione» di clan che si opporrà alla Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo.

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