Il figlio di «Ciruzzo o’ milionario» imputato per l’omicidio di Ciro De Magistris
Nel corso della camera di consiglio durata due ore, la quarta corte di assise d’appello ha emesso una decisione che segna una svolta nel processo per l’omicidio di Ciro De Magistris, avvenuto nel lontano 2004, nel contesto della faida di Scampia.
Contrariamente alle istanze difensive, accompagnate da perizie psichiatriche, i giudici hanno scelto di non accogliere le richieste di valutazione sulla stabilità mentale di Marco Di Lauro: è stato ritenuto capace di intendere e di volere. Il processo, scrive Leandro Del Gaudio su «il Mattino», prosegue senza ulteriori interruzioni, come annunciato durante l’udienza del mercoledì 14 novembre.
Nel corso del primo grado di giudizio, Marco Di Lauro era stato condannato a 14 anni di reclusione per il suo presunto coinvolgimento atipico nell’omicidio. La dinamica del crimine era stata ricostruita dagli inquirenti come un interrogatorio seguito da un brutale pestaggio come atto di vendetta, culminato con l’investimento di Ciro De Magistris da parte di uno dei membri della famiglia Di Lauro su una motocicletta. Ora, con il respingimento delle richieste difensive in merito alla sua salute mentale, Marco Di Lauro si troverà a difendersi anche dalle accuse di essere il mandante di altri due omicidi avvenuti nel corso della faida di Scampia.