di Giancarlo Tommasone
«Addolorato che ci sia un’incomprensione tale nel mio gruppo perché cerco sempre di far sì che sia un gruppo pacifico, che segua il corso della reciproca stima e del reciproco rispetto». È quanto dichiara a Stylo24 Marco Manetti, uno dei Manetti Bros, la coppia di registi (l’altro è il fratello Antonio, nda) più acclamata del momento. Il gruppo a cui si riferisce è naturalmente quello di «Ammore e Malavita», il film che fatto incetta di premi alla 74esima Mostra del Cinema di Venezia.

Una considerazione amara per gli strascichi seguiti a una battuta del protagonista della pellicola, Giampaolo Morelli, che durante un’intervista rilasciata poche ore dopo la prima al Lido, ha dichiarato: interpretando il film mi sono sentito a metà strada tra John Travolta e Mario Merola. All’apparenza una dichiarazione leggera e in linea con lo spirito della pellicola, ma c’è un però. Le parole di Morelli, infatti, non sono sfuggite a Pino Mauro, che nel film compare in un cammeo con la canzone «Chiagne Femmena» (Raiz-Nelson).

Il maestro, di cui si conosce la competizione storica proprio con Mario Merola, altro mostro sacro del panorama artistico napoletano, si è sentito punto sul vivo. Ha a sua volta dichiarato che quella frase del protagonista del film ha rappresentato «una coltellata alle spalle, dopo che lo stesso Morelli mi aveva baciato le mani in segno di rispetto» (leggi articolo). L’unica cosa che avrebbe potuto farlo recedere dalla sua decisione di autoescludersi dal gruppo di cui ha parlato Manetti, sono le scuse dell’attore, scuse che però non sono arrivate. La situazione, a circa tre settimane dall’uscita del film nelle sale – prevista per il 5 ottobre, ma visto il trionfo tributato a Venezia si era ipotizzato anche di anticiparla al 3 – resta alquanto tesa e rischia di alimentare altre polemiche.

Da un lato la posizione di Pino Mauro, artista vecchio stampo, dall’altro quella di Morelli, che sempre stando a quanto dichiarato da Pino Mauro, al momento non avrebbe chiarito il senso della frase che ha rotto gli equilibri. Vero è che Morelli come qualcuno fa notare, vivendo da tempo lontano da Napoli, non sarebbe stato a conoscenza della rivalità storica che è sempre intercorsa tra Pino Mauro e Mario Merola, ma è altrettanto vero che un professionista che sposa un progetto, in questo caso «Ammore e Malavita», avrebbe forse dovuto informarsi un po’ di più.

Ma tant’è; affidandoci alla logica, crediamo che a questo punto, l’originaria autoesclusione di Pino Mauro sarà nel frattempo diventata esclusione attuata dai vertici del film, anche perché il protagonista va difeso sempre. La rottura appare insanabile e dopo aver rovinato la festa per il successo a Venezia, rischia di mettere a repentaglio molte delle iniziative – compresi i live per eseguire i brani della premiatissima colonna sonora – previste per il lancio del film. Un peccato, magari sarebbe stato bello per la città e per il cinema made in Naples, approntare una prima in pompa magna proprio a Napoli. Ci sarebbero state tutte le componenti per farlo. Da amanti della settima arte continuiamo a sperare che il gruppo ritrovi l’armonia perduta. Del resto i grandi si riconoscono anche da gesti come quello di ritornare sui propri passi dopo aver commesso una gaffe, fosse pure quella involontaria o inconsapevole di aver fatto confusione tra Mario Merola e Pino Mauro.