di Giancarlo Tommasone
«Baby Camorra» è un video-reportage girato a Napoli dal giornalista spagnolo David Beriain per il format «Clandestino» e verrà trasmesso su Dmax España nei prossimi giorni. Finora Stylo24, che ha potuto visionare il documento in anteprima e in esclusiva europea, ha pubblicato sei puntate, attraverso le quali sono stati anticipati i temi trattati nell’inchiesta.
Nel servizio che proponiamo oggi, riportiamo il resoconto
della testimonianza che il giornalista iberico ha raccolto da quello
che viene presentato come elemento apicale di un clan di Scampia.
Di un’organizzazione specializzata nel commercio di capi di abbigliamento contraffatti. Secondo quanto dichiara il trafficante a Beriain, tra i pezzi riprodotti illegalmente e provenienti dalla Turchia, ci sono anche quelli che recano il logo della Società Sportiva Calcio Napoli.
Il camorrista, però, dice di più: afferma che in tutti i negozi partenopei che vendono prodotti ufficiali della SSCN le probabilità di acquistare
un capo originale sono pari a zero, e che il traffico in questione viene proposto all’organizzazione da un dirigente del Napoli.
A questo punto vanno fatte alcune puntualizzazioni: Stylo24 rendiconta, per dovere di cronaca, su quanto dichiarato da quello che, nel documento di Beriain, viene presentato come un boss della contraffazione. Lo stesso metodo è stato utilizzato dalla nostra testata anche nel riportare le altre interviste contenute in «Baby Camorra». Ciò detto va sottolineata la battaglia che la SSCN e che il presidente Aurelio De Laurentiis combattono da sempre contro il business del falso.
E va pure considerato che la società azzurra (ci riferiamo alla gestione De Laurentiis) ha fatto della estrema distanza da certe frange
della tifoseria, legate in alcuni casi ad ambienti camorristici,
una prerogativa e un segno distintivo.
Tornando al capitolo dedicato alla contraffazione, la scena si apre con un tavolo su cui sono sistemate magliette e sneakers (scarpe da ginnastica) all’ultima moda: tra i marchi si riconoscono subito Nike, Adidas, Philipp Plein, Moschino. Beriain si fa spiegare dal boss come si sviluppa il suo traffico e da dove proviene la merce contraffatta.
«Questa roba qua arriva dalla Turchia, arriva con un carico nel porto di Napoli», risponde l’uomo che reca sugli avambracci diversi tatuaggi; tra questi si distingue un tris d’assi, sotto il quale c’è la scritta Las Vegas.
«A Napoli – continua il boss – questo traffico lo facciamo solo noi, lo fa un solo clan, il nostro. Napoli è nostra, o noi qua o nessuno. Per questa merce tutti i negozi di Napoli devono venire a comprare da noi e basta».
Ma che succede se un negoziante
va a comprare da un altro fornitore?
«Il suo negozio chiude, non vende più. Loro conoscono le nostre regole, e le regole non si devono infrangere perché qua fanno quello che vogliamo noi, non si discute». Si comincia a parlare di prezzi, quanto costa un capo contraffatto all’organizzazione? Il trafficante prende dal tavolo una t-shirt e spiega: «Una di queste mi costa 80-90 euro. E la rivendo al negoziante a 150-160. Lui a sua volta la rivende a 500».

Dunque il negoziante è a conoscenza del fatto che tratta merce contraffatta? «Sì, lo sa bene – risponde l’uomo – A trarre maggiore beneficio da questo business sono soprattutto i commercianti. Conviene prima a loro e poi a noi». Qualche altro esempio? Il boss indica una borsa della Louis Vuitton, «quella – dice – mi costa 90 euro. Il negoziante la paga 300-400 euro e la rivende a 1.000».
Siamo quasi alla fine dell’intervista e l’attenzione
di Beriain è catturata da una giacca sportiva del Napoli
che occupa il tavolo insieme agli altri indumenti.
Il giornalista chiede al suo interlocutore come sia possibile effettuare tale tipo di traffico con un capo che reca il logo della società azzurra. «Ci sta un dirigente del Calcio Napoli che propone a noi di fare questo», risponde l’uomo. Beriain crede di non aver capito bene, quindi domanda ancora: «Stai dicendo che c’è un dirigente del Napoli che è a conoscenza di questo traffico?».
«Sì», gli viene risposto. «Mettiamo che io vado in un negozio per comprare questa giacca, che possibilità ho di acquistare l’originale?», chiede Beriain. «Zero. Ti ripeto, perché in tutti i negozi di Napoli c’è la roba nostra e basta», risponde il trafficante.
Leggi la prima puntata
Leggi la seconda puntata
Leggi la terza puntata
Leggi la quarta puntata
Leggi la quinta puntata
Leggi la sesta puntata
(VII – Continua)