Il Partito democratico, sia a livello partenopeo che provinciale, denota ancora una volta confusione, poca memoria e una visione alquanto «annebbiata» della realtà. Luigi de Magistris, diventa per Massimo Costa e Tommaso Ederoclite – rispettivamente segretario metropolitano e presidente dell’assemblea del Partito democratico di Napoli – l’ultima persona con cui allearsi in vista delle prossime Regionali.
Però i due dimenticano di parlare del ribaltone dello scorso aprile in Città Metropolitana, che ha di fatto sancito l’alleanza tra dem e deMa
Il sindaco Luigi de Magistris
Nell’ambito della cancellazione delle deleghe a FI e della ridistribuzione degli incarichi al Pd, il sindaco metropolitano ha affidato i Trasporti a Giuseppe Cirillo, il Personale a Francesco Iovino, il Grande Progetto Pompei a Michele Maddaloni, l’Urbanistica a Giuseppe Jossa, la delega alla Risorsa mare a Giuseppe Tito e i Lavori pubblici a Nicola Pirozzi. Costa e Ederoclite, attraverso la nota diffusa nella giornata di ieri, tengono a precisare: «E’ davvero stucchevole il dibattito che si è aperto in queste ore, in nessun organismo provinciale, regionale o nazionale si è mai pensato a de Magistris come nostro candidato alla presidenza della regione Campania». E’ pure giusto quanto dichiarano i due, che di fatto respingono e bollano come ridicola la possibilità di un eventuale accordo con gli arancioni per Palazzo Santa Lucia. E’ una loro posizione e va accettata.
Però bisogna mettersi d’accordo: come convive il Pd con l’alleanza di carattere gestionale esistente in Città Metropolitana tra dem e de Magistris?
Inutile definire il sindaco il principale responsabile della situazione in cui è caduta la città di Napoli, se poi si nasconde, o si dimentica, l’alleanza che di fatto vive nelle stanze dell’ex Provincia partenopea. Perché, dunque, deve andar bene il «patto» che vige nell’ambito di Città Metropolitana e non può andare bene quello per la Regione?