Il sindaco di Napoli, che dovrà anche provvedere al pagamento delle spese processuali, attacca: la sentenza verrà ribaltata.
Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, è stato condannato per diffamazione a 4 mesi di reclusione, pena sospesa e non menzione nonché al pagamento delle spese processuali, dal Tribunale di Lamezia Terme. L’ex pm, attuale candidato alla presidenza della Regione Calabria, secondo la sentenza di primo grado emessa, ha diffamato il giudice Salvatore Murone, ex procuratore aggiunto di Catanzaro, il 9 marzo 2017, durante il programma tv ‘Piazzapulita’, in onda su La7. “… io non avrei mai ipotizzato di fare il sindaco. Avrei voluto fare il magistrato… Poi lei ha citato una mia inchiesta che si chiama Why Not, quella inchiesta non fu portata a termine proprio perché fummo fermati da un sistema criminale fatto di pezzi di politica, pezzi di magistratura e pezzi di istituzioni, a danno dei presunti innocenti, perché se tu fermi un’indagine … e venuto fuori chiaramente che mi sono state scippate inchieste e che le inchieste non dovevano essere scippate”.
Queste frasi, secondo l’accusa “offendevano la reputazione del magistrato Salvatore Murone, destinatario individuabile delle riportate espressioni lesive, pur in assenza di indicazioni nominative, in quanto, all’epoca dei fatti, procuratore aggiunto della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, coordinatore del settore reati contro la Pubblica amministrazione, autore della relazione, datata 19 ottobre 2007, trasmessa con nota riservata alla Procura generale di Catanzaro in risposta alla richiesta di informazioni sul procedimento Why Not”.
De Magistris ha commentato la sentenza con un video sui suoi profili social. “Un’ora fa sono stato condannato dal Tribunale di Lamezia Terme per diffamazione. Per diffamazione ai danni di Salvatore Murone, che quando io ero sostituto procuratore della Repubblica a Catanzaro, era procuratore aggiunto. Una sentenza di primo grado ingiusta, che non posso accettare e che sono certo verrà riformata da magistrati autonomi e indipendenti”.