di Giancarlo Tommasone
Lo scacchiere criminale delle organizzazioni che contano è storicamente assestato e va sotto il vessillo dell’Alleanza di Secondigliano. Indiscutibile da questo punto di vista la leadership esercitata negli ultimi anni dai Mallardo e dai Contini. «Ciccio ‘e Carlantonio» in particolare, da latitante, aveva tracciato la rotta da seguire a suo «nipote» Ettore Bosti, figlio di «’o Patrizio», quando la gestione dell’organizzazione fondata da «’o Romano» era finita tutta sulle sue spalle.
I consigli o meglio gli ordini dei parenti sono fondamentali all’interno di una consorteria che poggia sulle basi solide della parentela. Perché non bisogna dimenticare che i componenti del triumvirato, Edoardo Contini, Francesco Mallardo e Patrizio Bosti, sono sposati con le tre sorelle Aieta. A ben guardare però, tutte e tre le famiglie sono state duramente scompaginate dalle numerose inchieste dell’Antimafia che hanno portato dietro le sbarre vertici e «capitani».
È facile fare i conti, si trovano in carcere Edoardo Contini, Patrizio e Ettore Bosti, Nicola Rullo, i fratelli Francesco e Giuseppe Mallardo, Giuseppe Dell’Aquila, sette «calibri pesanti» a cui ha fatto seguito l’interregno. Un traghettatore, si sa, seppur dotato di carisma criminale, spesso non è mai ai livelli del capo che sconta la sua pena.
Un’altra cosa non bisogna dimenticare quando si parla dei clan che hanno dato vita all’Alleanza, non bisogna scordare che sono tre e il terzo, appunto, è quello della Masseria Cardone: il clan Licciardi. Le ultime inchieste di peso che lo hanno interessato risalgono a tanti anni fa. Rimasti alla finestra durante la faida di Scampia, per nulla o quasi illuminati dai riflettori della Dda impegnata a far fronte alle evoluzioni «decostruttiviste» dei Di Lauro. E a comprendere le dinamiche che hanno portato a scissionisti, girati, nuovi scissionisti, nuovi Di Lauro e gruppi, gruppetti e pulviscolo malavitoso, i Licciardi sono giunti alla terza generazione.
È una generazione che per necessità e perché è al passo con i tempi pone ai suoi vertici uomini e donne senza alcuna differenza. I Licciardi adesso sono in grado di porsi al comando dell’Alleanza di Secondigliano. Proprio ora che il campo è libero. Ora più che mai.