Il pentito Alessandro De Falco ricostruisce il periodo da fantasma vissuto dal ras di Napoli Ovest: «Andava ogni giorno alla Masseria Cardone e questo lo so con precisione perché lo accompagnavo io insieme al suo autista Angelo Pinto. Lei faceva entrare solo lui. Quando scendeva spesso teneva la mano in tasca e capivamo che aveva ricevuto soldi in contanti»
«Solo lui saliva a casa di Maria Licciardi, perché lei faceva entrare solo lui». Alessandro Giannelli, ras di Cavalleggeri d’Aosta, aveva un asso nella manica: un rapporto privilegiato, quasi di massima fiducia, con la boss secondiglianese nota negli ambienti criminali come “’a peccerella”. Nel periodo a cavallo tra il 2015 e il 2016 il ras di Napoli Ovest trascorse alcuni mesi da latitante: un periodo breve, nel quale riuscì comunque a intessere una fitta rete di alleanze: «Durante la latitanza Giannelli si muoveva ad Agnano per andare presso la Masseria Cardone da Maria Licciardi che gli dava il denaro per sopravvivere e da Patrizio Vastarella della Sanità. Sono a conoscenza di questa cosa perché spesso ero io ad accompagnarlo».
A rivelare l’inedito retroscena è il neo collaboratore di giustizia Alessandro De Falco, ex uomo prima del clan Giannelli e poi del clan D’Ausilio, che il 24 febbraio 2021 ha reso un lungo interrogatorio con cui ha messo a verbale una sfilza di accuse all’indirizzo del boss di Cavalleggeri d’Aosta: «Durante la latitanza – ha spigato – che è durata dal novembre 2015 fino a febbraio 2016, Giannelli è stato presso una casa sita ad Agnano dove viveva con la ex fidanzata di nome Imma. Durante la latitanza Giannelli si muoveva ad Agnano per andare presso la Masseria Cardone da Maria Licciardi che gli dava il denaro per sopravvivere e da Patrizio Vastarella della Sanità. Sono a conoscenza di questa cosa perché spesso ero io ad accompagnarlo sia alla Masseria che da Patrizio Vastarella».
Alessandro De Falco ha poi fornito ulteriori dettagli in merito alla vicenda, raccontando di come Giannelli, sostanzialmente, si muovesse liberamente, o quasi, recandosi in vari quartieri della città senza temere di finire in manette: «Alessandro Giannelli andava ogni giorno alla Masseria Cardone e questo lo so con precisione perché lo accompagnavo io insieme al suo autista che era Angelo Pinto. Quando andava alla Masseria entrava in un palazzo, ma saliva solo lui a casa di Maria Licciardi perché faceva entrare solo lui. Non so precisamente cosa si dicevano, ma sono a conoscenza della circostanza che qualsiasi cosa Giannelli decidesse di fare andava da Maria Licciardi a chiedere autorizzazione. La persona di fiducia di Giannelli era Roberto Pinto e a lui Giannelli diceva tutto». E ancora: «Quando andavamo alla Masseria e scendeva da casa di Maria spesso vedevo che lui teneva la mano in tasca e quindi capivamo che aveva ricevuto soldi in contanti e a volte accompagnava queste visite che faceva a Maria Licciardi con l’espressione “Oggi cose buone” e noi intendevamo che aveva ricevuto soldi. Noi percepivamo 500 euro a settimana, in particolare io, Francesco Cotugno e Roberto Pinto, mentre gli altri prendevano meno».