Il capoclan degli Scissionisti rifiutò di fornire la droga alle due organanizzazioni criminali per rispettare l’amicizia con i Lo Russo
La cocaina di Lello Amato arrivava a Napoli dal Sud America tramite Barcellona. Il pentito Giovani Piana ha svelato, in alcuni interrogatori riportati nell’ordinanza «C3», l’organizzazione del capo degli Scissionisti per il traffico internazionale di droga. «Abete e Marino – afferma Piana – ci dicevano che la cocaina proveniva direttamente dal Sud America. Loro mi spiegarono che il Lello aveva un contatto diretto con più di un trafficante colombiano il quale si incaricava di portare la droga non raffinata prima in Africa e poi dall’Africa arrivava in Spagna. Mi pare che mi dissero che dall’Africa la droga sbarcasse sulle coste di Tenerife e poi via sempre dal mare arrivava sulle coste di Barcellona».
La droga una volta giunta a «Barcellona – si legge ancora – veniva presa e messa in un deposito dove veniva raffinata da un chimico, ossia da un tecnico laureato che rendeva la cocaina poi utilizzabile al dettaglio. Il motivo per cui Raffaele Amato aveva trovato il canale di approvvigionamento diretto dal Sud America e poi provvedeva direttamente al taglio della sostanza era per abbattere i costi di intermediazione difatti lui praticava dei prezzi molti più competitivi sui mercati internazionali e nazionali rispetto ad altri trafficanti».
La droga di Amato acquistata a metà prezzo
Tramite lo Amato è capitato «in concreto al clan Abbinante di acquistare dall’amato trenta chili di cocaina che ci faceva recapitare direttamente a Napoli vendendocela a 16.000 euro al chilo, mentre se noi l’avessimo dovuta comprare da altro trafficante in Spagna l’avremmo pagata 27 mila-28 mila euro al chilo con l’aggiunta dei costi e dei rischi del trasporto a Napoli. L’Amato forniva dunque un buon servizio a chiunque volesse sul nostro territorio trafficare cocaina».
Dopo la faida il boss scissionista «consentiva a tutti i gruppi di Secondigliano di approvvigionarsi a tali prezzi competitivi della droga, mentre prima questo servizio lo forniva solo ai Di Lauro. Pertanto la scissione aveva portato benefici economici a tutti. I quantitativi di droga dalla Spagna vengono per trasporti di non meno 2 mila chili per volta che vengono trasportati a cura di gente fidata di Amato. Noi per prenderci la droga che abbiamo acquistato venivamo avvertiti da una persona di Amato e senza preavviso la seguiamo con una macchina predisposta per occultare lo stupefacente senza neppure sapere il luogo dove si deve andare. Questo per rendere difficile che le Forze dell’Ordine possano individuare dove è appoggiato lo stupefacente» sottolinea Piana.
La ripartizione della droga di Raffaele Amato
Il pentito racconta anche la ripartizione di queste grosse quantità di cocaina arrivate dalla Spagna: «Ad esempio 100 chili venivano dati alla piazza di zio Paolo, 100 chili per le piazze di Notturno, 50-60 chili a Bastone, gli Abbinante una cinquantina di chili, 100 chili ai Prestieri, 40 chili ai nipoti di Pariante, 500 chili ai Lo Russo».
Non tutti però potevano accedervi, lo stupefacente infatti non veniva venduto ai Licciardi ed ai Contini. «Amato – afferma Piana – forniva di droga la camorra di Secondigliano che l’aveva appoggiato durante la faida, e tra i clan che non facevano parte del gruppo Di Lauro, avevano stretto un rapporto solo con i Lo Russo. Questo perché anche durante la faida Totore Capitone aveva avuto anche da Paolo Di Lauro la richiesta dal Lo Russo accolta di essere un canale attraverso cui anche in piena guerra i due gruppi opposti si potevano parlare».
La scelta fu accolta anche «da Raffaele Amato questo perché il Lo Russo aveva buoni rapporti con Paolo Di Lauro migliori di quelli che questi aveva con i Licciardi ed i Contini. Infatti quando vi erano stati degli screzi tra Lo Russo e la Masseria il Di Lauro aveva fatto a sua volta da mediatore. Amato forniva la droga anche a Torino della Sanità per una quantità di venti chili».