Le numerose e misteriose leggende che aleggiano sull’imponente edificio che sorge a Posillipo.
di Anna Pavarese
Su Palazzo Donn’Anna, l’imponente edificio che si erge dalle acque di Posillipo, aleggiano numerose e misteriose leggende. Si narra che, in origine, la regina Giovanna II, appartenente alla dinastia degli Angioini, fece costruire una lussuosa villa denominata “Villa delle Sirene”, lontana da occhi indiscreti, per accogliere il suo amante Beppe, un pescatore del loco. Quello che, in apparenza, poteva sembrare solo un maestoso edificio, nascondeva all’interno tremende trappole, fatte costruire dalla stessa sovrana per impedire che, l’uomo, una volta uscito dalla struttura, potesse raccontare ciò che era accaduto, compromettendo per sempre la reputazione della Regina. Beppe, infatti, vide crollare sotto i suoi piedi il pavimento e, tra strazianti urla, precipitò in mare. Il pescatore non fu che la prima vittima perché, la stessa sorte, toccò a tutti gli amanti di Giovanna II e, da allora, la villa fu sede di agghiaccianti maledizioni che colpirono tutti gli aristocratici che vi risiedevano.
Nel 1600 l’abitazione fu ereditata da Anna Carafa, figlia di Antonio Carafa e moglie di Don Ramiro Guzman, Duca di Medina Las Torres e Vicerè di Napoli. Donn’Anna non aveva in dote un carattere mite, al contrario, era infima e superba e per spezzare la maledizione, decise di demolire la villa per costruire un monumentale Palazzo. L’aristocratica organizzò, nonostante i lavori non fossero terminati, una grande festa per l’inaugurazione, a cui prese parte l’intera nobiltà partenopea.
Quella sera andò in scena uno spettacolo teatrale dove, gli attori, erano gli ospiti stessi. La nipote del vicerè, Donna Mercede De Las Torras, interpretava una schiava perdutamente innamorata del suo padrone, impersonato, a sua volta, dal Principe Gaetano di Casapenna, che non ricambiava il folle sentimento. Nell’atto finale i due si scambiarono un intenso bacio, ma, coloro che assistettero, notarono che il sentimento andava oltre la semplice finzione. Anna Carafa fu l’unica a non applaudire e, nei giorni seguenti, ebbe un duro confronto con Donna Mercede, la quale l’accuso di essere l’amante del Principe. La nipote del Vicerè, improvvisamente, svanì nel nulla e, Gaetano, la cercò invano. Leggenda vuole che i due amanti continuino a vagare nel palazzo, inseguiti dalla malvagia Donn’Anna nell’intento di ostacolare, anche dopo la morte, un sentimento al quale non è stato dato la possibilità di nascere. Il Palazzo non fu mai completato per via della fuga a Madrid di Don Ramiro Guzman e per la prematura morte di Donn’Anna, avvenuta durante la rivolta di Masaniello. Oggi, il magnifico edificio, è diviso in vari condominii ed è quindi un’abitazione privata.