Se avesse scelto la carriera di indovino, e non quella di manager pubblico, Pietro Spirito avrebbe avuto qualche difficoltà a giustificare le previsioni errate che, di tanto in tanto, fanno capolino dalle sue dichiarazioni.
Prendiamo, ad esempio, i lavori di escavo nel porto. I famosi dragaggi di cui si favoleggia da un po’ per un investimento di 25 milioni di euro. Dragaggi che dovrebbero essere partiti da mesi ma che, invece, sono ancora fermi. Tutto è immobile nello scalo partenopeo.

Ma vediamo qualche «vaticino» non particolarmente fortunato.
Il 18 ottobre 2017, alla presenza del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, il presidente dell’Autorità portuale del Mar Tirreno Centrale annuncia che i cantieri si sono ufficialmente aperti.

«È un lavoro importante – dice all’epoca – poi dovremo far partire i collegamenti stradali che sono fondamentali per la fluidità delle connessioni e per il porto. E poi proseguire in tutti gli altri programmi del Grande Progetto. È dura con le procedure del nostro Paese che sono a volte barocche ma abbiamo coinvolto tutte le istituzioni e a volte lo stesso ministro interviene direttamente per risolvere problemi e difficoltà quando le abbiamo». E meno male che c’è il ministro in persona a vegliare sul Grande Progetto.

Passa qualche settimana, e il 28 dicembre, Spirito ribadisce: «Il dragaggio del porto di Napoli finirà alla fine del 2018 ma già in estate potremo ospitare le grandi navi commerciali». E aggiunge: «Già tra maggio e giugno, la prima parte dei lavori che riguardano il porto commerciale avrà già raggiunto risultati importanti, parlo della zona che oggi soffre di più, perché non può ospitare navi grandi e che invece comincerà a essere operativa in estate».
Il 4 giugno scorso, si scopre che tutto quello che è stato annunciato in precedenza, a partire da ottobre in poi, in realtà non si è verificato.
Spiega Spirito, infatti: «I dragaggi al porto di Napoli sono ripresi dopo uno stop and go per l’ennesima rimodulazione della matrice dei controlli da parte dell’Arpac, ora lo abbiamo superato e riprendiamo.
Dovevano finire a dicembre e invece finiremo a marzo». «Ripresi» è un eufemismo per annunciare che partiranno (dovrebbero partire). Invece, nulla accade. Tre dichiarazioni pubbliche, tre previsioni completamente sbagliate.