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L’assurdo divieto dei panni stesi e la figuraccia di Manfredi

di Mauro Della Corte
16 Giugno 2022
in Notizie di Politica, Primo Piano
Tempo di lettura: 5 minuti
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Una giornata scandita dalle polemiche «sui panni stesi» e dal dietrofront del primo cittadino

«Questo panno non s’ha da stendere». Forse questo avrà pensato colui che, all’interno della giunta di Gaetano Manfredi, ha redatto la bozza di regolamento di polizia urbana girando per i vicoletti stretti di Napoli. Sì perché nel documento si è deciso di inserire il divieto di stendere i panni al di fuori dei luoghi privati, nonche alle finestre, sui terrazzi e balconi prospicienti la pubblica via. L’intenzione di stabilire questo divieto è stato svelato ieri da un articolo di Fabrizio Geremicca per il Corriere del Mezzogiorno. Una decisione assurda e che ha scatenato una montagna di polemiche.

I panni stesi in un film di Julia Roberts

La città partenopea da sempre è conosciuta anche per il pittoresco modo di asciugare i vestiti, per l’odore di bucato che accompagna il cittadino tra le strette stradine. Per i pittoreschi anfratti con i capi colorati in bella vista. Al punto che nel settembre 2009 perfino Julia Roberts, stella del cinema mondiale, si fece travolgere dal fascino dei panni stesi di Napoli. Alcune scene del film internazionale «Mangia, prega, ama» furono girate negli stretti vicoli del quartiere di Forcella. Tanti e coloratissimi i panni stesi facevano da coreografia alle scene della pellicola. Una tradizione millenaria che però qualcuno ha provato, a nome della giunta di centrosinistra a cancellare.

Il dietrofront di Manfredi

Manfredi però ha capito l’errore marchiano e ha provato a rimediare nel peggiore dei modi trasformando il tutto in una palese figuraccia. «I panni stesi nei vicoli sono un elemento di rappresentatività un po’ della nostra città, non di mancanza di decoro. E’ ovvio che dobbiamo sempre mantenere – spiega – un confine tra quella che è la nostra tradizione popolare e l’ordine, però non penso che questa ordinanza esisterà mai». I panni stesi «resteranno, senza dubbio: sono stesi così perché nei vicoli stretti di Napoli, dove difficilmente entra il caldo del sole, solo in questa maniera si possono asciugare. E quindi, visto che noi i panni li vogliamo far asciugare ai nostri cittadini, non penso – conclude Manfredi – che questa ordinanza esisterà mai»

Le sue parole però non hanno spento la polemica ma più di un esponente politico ha deciso di dargli addosso. A cominciare da Luigi de Magistris che, per primo, ha voluto sottolineare la non napoletanità del primo cittadino che in effetti è natio di Ottaviano.

De Magistris: «Ma Manfredi è o’ ver’ o ci fa?»

«Il Sindaco che non c’è finalmente batte un colpo: vieta di stendere i panni sui balconi e le finestre di Napoli e vieta di giocare a pallone. Questa è la sua visione di città. Ma Manfredi è o’ ver’ o ci fa?» ha affermato aggiungendo: «Dopo il flop movida, le mazzate ai commercianti e ai giovani, Manfredi se la prende pure con i panni stesi e con il pallone, nella città degli scugnizzi e di Maradona». «Lei Napoli non la conosce e non la sente nel cuore e nell’anima». «Napoli – prosegue l’ex sindaco – è un pezzo grande del cuore, non è una poltrona da scaldare per mettersi a posto il portafoglio e la famiglia con la quadruplicazione dello stipendio. Giù la maschera professore, la verità amara è che Lei non è napoletano e non lo vuole nemmeno essere».

Martusciello: «Vietare lo sgocciolamento? Pensi a pulire la città»

Sul punto del decoro urbano interviene Fulvio Martusciello, coordinatore cittadino di Forza Italia Napoli: «Vietare lo sgocciolamento? Il sindaco pensi a raccogliere la spazzatura e a pulire le strade, dando vero decoro alla città. Appare sempre più chiaro che Manfredi abbia perso la percezione della realtà se, con strade fatiscenti, sporche e malmesse si preoccupa dello sgocciolamento dei panni stesi. Con questa proposta Manfredi ha esposto la città al pubblico ludibrio inutilmente. Ci auguriamo che il consiglio comunale respinga all’ unanimità la proposta».

Grimaldi: «Inettitudine di una classe dirigente»

«Siamo passati dai ventimila euro al mese per un collaboratore del sindaco alla barzelletta dei panni stesi. Dopo il divieto di appendere il bucato ci aspettiamo dall’Amministrazione dei professori una prossima ordinanza su come cucinare il vero ragù napoletano. Vieteranno le braciole o le salsicce?» si domanda invece Luigi Grimaldi, consigliere comunale di maggioranza a Napoli. «Pensare che con tutte le criticità della nostra città – emergenza criminalità sempre in crescendo, strade dissestate, i trasporti che non funzionano, il traffico, i cantieri a cielo aperto, e la lista potrebbe continuare ancora a lungo – il sindaco Gaetano Manfredi e gli assessori abbiano deciso di concentrarsi sui panni stesi, chiamando in causa addirittura il decoro urbano, è mortificante per i napoletani e per la stessa idea di politica».

«La rapida marcia indietro, dopo che Palazzo San Giacomo si era letteralmente coperto di ridicolo, non fa altro che confermare l’inettitudine di una classe dirigente che non riesce a focalizzare interventi utili alla cittadinanza. È risibile e sminuente allo stesso tempo, declamare una giunta di ex professori, di ex procuratori e di ex questori per poi farli discutere su come vanno stesi i panni -. Se il professor Manfredi tiene tanto all’idea di decoro, potrebbe iniziare a farne recuperare un po’ alla sua Amministrazione riducendo lo stipendio del direttore generale, ad oggi pagato più del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella».

«Mezzocannone occupato» difende i panni stesi e le partite di pallone in strada

Contro il bando dei panni stesi fuori al balcone sono scesi in campo anche i centri sociali, da sempre vicini al mondo di sinistra. «Mezzocannone occupato» ha organizzato una manifestazione scenografica simbolicamente nella piazza del Comune: una colorata stesa di panni davanti Palazzo Sangiacomo, mentre – poco distanti – alcuni ragazzi giocano a pallone.

«Appare surreale – spiega uno dei portavoce della protesta, Gennaro – che in una città che si presta sempre di più alla visione di città vetrina, e che di giorno in giorno è sempre più manchevole in termini di servizi e possibilità da offrire, l’amministrazione comunale riesca a trovare il tempo per degli scivoloni così imbarazzanti, mentre – ne siamo certi – amministrare la terza città d’Italia richiederebbe quanto meno un po’ di lungimiranza in più. I panni stesi rappresentano un simbolo di questa città, decantato anche da celebri canzoni. Lo stesso si può dire per i bambini che giocano a pallone in strada, gli scugnizzi».

«E’ questa – conclude l’esponente del centro sociale – l’idea di città che ha Manfredi? Quella di una città silenziosa dove i bambini non possono giocare in strada e i poveri devono essere cancellati?». Chissà che cosa avrebbe pensato Totò, il principe della risata, che su Napoli e la napoletanità ha basato tutta la sua arte e tutta la sua vita.

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