Il segretario di Riformismoggi: «Cosa hanno fatto politici e imprenditori per arginare la voglia delle regioni settentrionali di allontanarsi da noi?»
di Marcello Lala
Si fa un gran parlare di autonomia differenziata e della riforma o bozza di riforma che sta girando in parlamento e che porta il nome del ministro Roberto Calderoli. E’ vero il sud ne uscirebbe ancor più penalizzato se questa riforma così come è passasse e ne sarebbero penalizzate regioni come la Campania e la Puglia che aumenterebbero il loro divario con Veneto ed Emilia Romagna per non parlare poi della Lombardia. Ma cosa abbiamo fatto noi meridionali negli ultimi anni per bloccare questa deriva antimeridionalista? Cosa hanno fatto le classi dirigenti meridionali ed in particolare la classe politica per arginare questa voglia delle regioni settentrionali di prendere le distanze da noi del sud?
Nulla se non dare uno spettacolo di inefficienza e di impreparazione. Abbiamo allargato la forbice delle differenze sociali ed economiche dimostrando in più occasioni che la realtà meridionale è una realtà parassita e che vive di assistenzialismo. Reddito di cittadinanza in primis e incapacità di progettare e spendere i fondi europei sono sicuramente due vetrine del malessere di queste terre. La prima voluta e creata dal M5S , per anni al governo del Oaese e vero cancro del sistema politico italiano in un ciclo non ancora conclusosi ma che sta per farlo nel peggiore dei modi e cioè l’anticasta che si fa casta ed anche delle più radicate e parassite, la seconda criticità invece è endemica del sistema di governo delle regioni del sud carenti di personale specializzato e di competenze che riescano davvero ad utilizzarli.
Sabato il sindacato è sceso in piazza contro il progetto di autonomia differenziata, cinquantamila persone circa che hanno manifestato il loro dissenso. Bene è che ci sia di nuovo unità sindacale su temi così delicati anche se alcune divisioni ancora permangono, ma questa unità dovrebbe rimanere anche quando si tratta di contestare, ed in passato non c’è stata, chi ha preso in giro e prende ancora in giro il popolo meridionale sventolando il rdc come la vera e propria sconfitta della povertà (aumentata negli ultimi 10 anni) o che ancora oggi sostiene ed ha sostenuto da premier nel 2019 che «l’autonomia differenziata si farà e che Milano e la Lombardia diventerebbero la locomotiva del paese» cit. Conte.
Una vera mobilitazione
Io credo che davvero ci sia bisogno di una vera mobilitazione dei parlamentari del sud per riprendersi un ruolo nelle istituzioni che piano piano gli è stato tolto e cioè di watch dog a salvaguardia delle imprese e dei diritti dei cittadini meridionali. Un ruolo che per tanti anni ha fatto si che banche come il Banco di Napoli fossero il fiore all’occhiello della nostra capacità di impresa o che magari realtà come quelle della cantieristica navale e della logistica come Grimaldi o del tessile come Pianoforte Holding per citarne alcune fossero fiore all’occhiello e rispettate in tutto il mondo senza chiedere aiuti di stato. Insieme ai parlamentari la classe dirigente tutta dovrebbe muoversi aprendo spazi di confronto e di dialogo per lasciare emergere le energie sane e forti ma soprattutto competenti delle realtà meridionali. Noi ci proveremo con riformismoggi e con altre associazioni che stanno nascendo come Napoli Mediterranea e magari qualcuno si accorgerà delle nostre idee e della nostra presenza e ne terrà conto, sarebbe anche ora.
Marcello Lala
segretario Riformismoggi