Il risparmio atteso è di circa 750 milioni di euro
di Francesco Landolfi
Meloni: «Il Reddito di cittadinanza ti lascia dove sei, il lavoro può portarti ovunque». Nuovo volto del reddito di cittadinanza e del bilancio statale: 2023 fa da ponte, ipotesi cancellazione solo rimandata, per il 2024 si parla di sostituzione con un nuovo sussidio con nome diverso destinato ad over 60 e fragili. Incentivi a chi può lavorare e restrizioni di godimento del reddito, i capisaldi delle nuove politiche governative. Il risparmio atteso è di circa 750 milioni di euro.
Dal 1° Gennaio 2023 con la nuova legge di bilancio via alle misure che colpiranno il Rdc, mini-strette che progressivamente, in modo equilibrato, condurranno ad un’eventuale sua sostituzione. Quest’ultima, come emerge tra le stime, se si fosse realizzata immediatamente, avrebbe apportato alle casse statali 1,8 miliardi di euro di risparmi.
Un sussidio di breve fruizione
Una linea meno radicale questa, adottata dal governo di centro-destra perché le modifiche riguardano i percettori dai 18 ai 59 anni, i cosiddetti «occupabili». Questi, se non hanno nel proprio nucleo familiare alcun disabile, over 60 o minore, potranno godere dei benefici del welfare statale solo per 7/8 mesi, contro gli attuali 18 rinnovabili. Sarà un sussidio di breve fruizione, «a tempo», regolato dal principio secondo cui alla prima offerta di lavoro congrua rifiutata il reddito sarà tolto.
Durante questo nuovo termine cominceranno corsi di formazione obbligatoria (pena decadenza del beneficio economico) finanziati dall’Ue che accompagneranno gli «occupabili» per 6 mesi in un percorso di educazione e preparazione al mercato del lavoro. Come ripetuto più volte dall’esecutivo, la ratio delle nuove politiche non sarà quella di penalizzare gli attuali o futuri percettori del reddito, ma quella di incoraggiare la popolazione a cercare e trovare un’occupazione. Tra le altre cose viene aggiunto il requisito della presenza sul territorio italiano per i percettori del sussidio e pertanto la lotta ai furbetti si intensifica.
Il premier rassicura gli inabili
Inoltre si favorisce l’uscita dall’attuale condizione di apparente comfort di chi, pur essendo prospero, ha fatto del sussidio un’alternativa al reddito da lavoro, scegliendo il più delle volte di uscire dalla popolazione attiva, aggrappandosi al welfare statale, in una situazione non più sostenibile che fa diminuire l’offerta di lavoro e aumentare la spesa pubblica. Dopodiché nel 2024 che succederà? Meloni: «Il Reddito di cittadinanza alla fine del 2023 per chi può lavorare è abolito». Staremo a vedere. Intanto il premier rassicura gli inabili, dalle sue parole emerge che, qualsiasi cosa accadrà, verranno tutelati anche più di quanto previsto dall’attuale legislazione.