In città degrado sociale alle stelle, corpo di polizia municipale sottodimensionato, videosorveglianza all’anno zero: il sindaco, però, chiede aiuto a Roma
L’emergenza sicurezza a Napoli continua a tenere banco. Dopo la morte dell’innocente Francesco Pio Maimone e l’agguato costato alla vita ad Antonio Gaetano, ritenuto elemento di spicco del clan Calone-Marsicano-Esposito la città sembra essere sempre più nel caos. Il controllo del territorio è praticamente nulla se non interventi «spot» effettuati dopo le tragedie. Insufficienti ad arginare il fenomeno. Il sindaco Gaetano Manfredi, però, ha deciso di chiedere aiuto al Viminale. Oggi dovrebbe avvenire l’incontro con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, insieme ai sindaci di Milano e Roma, Sala e Gualtieri.
Secondo quanto trapelato, è intenzione del primo cittadino partenopeo chiedere più agenti in strada, soprattutto nelle ore notturne, e maggiori poteri. In generale, il sindaco di Napoli richiede «un forte impegno del Governo sul fronte sicurezza e tenuta sociale del nostro territorio». Controlli che però dovrebbero partire anche, e soprattutto, dall’impegno delle istituzioni locali. Da anni ormai si parla del rafforzamento dei sistemi di videosorveglianza ma, allo stato attuale, gli impianti in funzione sono ancora pochi per una città di queste dimensioni. Senza contare che il corpo di polizia municipale è fortemente sottodimensionato e gli agenti in forze a Palazzo San Giacomo non sembrano, a causa dell’esiguità degli uomini in divisa, in grado di rispondere alle esigenze. Eppure i fondi da Roma e dall’Europa dovrebbero essere già stanziati. Senza contare il degrado sociale che imperversa e la scarsa illuminazione che rende ancora più pericolose diverse zone della città. Cartina di torna sole, ancora una volta, piazza Garibaldi che al calar delle tenebre diviene terra di nessuno.