Un solo bus per coprire la tratta, tempi di attesa enormi per gli sventurati avventori
di Ilaria Riccelli
Inizia la stagione estiva e la ZTL a Marechiaro. Già durante la settimana i primi bagnanti, zaino in spalla, si infilano giù per le strade di Posillipo per arrivare al mare, nelle varie discese aperte al pubblico. Stamattina decido di provare anche io la nuova navetta che dal 15 giugno fino al 30 agosto collegherà Capo Posillipo a Marechiaro. Quest’anno la novità è stata introdotta forse per cercare di arginare le contravvenzioni alla ZTL (mai arrivate!) ai motorini che scendono giù con le targhe coperte, o le salite sotto al sole cocente di chi lascia la macchina in piazza per evitare il costo degli esosi parcheggi della zona.
Eppure anche io, che abito a due passi da Marechiaro, decido di mettermi in attesa del bus che ogni mattina dovrebbe partire alle 8 per garantire i collegamenti fini alle 20. Sono le 10 aspetto un quarto d’ora, ma la navetta non passa, quindi impaziente di andare a fare un tuffo con questo caldo di giugno, inizio a camminare giù per le curve adornate dagli alberi che guardano il mare.
C’è un legame silenzioso tra me e questi luoghi. Bellezza maestosa, guastata solo da quella eterna approssimazione irrinunciabile per questa città. Finalmente passa il bus, ma niente non si ferma, scende rapido tra tutte le fermate che si susseguono lungo la strada che porta al mare. Infine rinuncio, e arrivo dopo venti minuti giù, per godermi il paesaggio di una giornata tersa che per fortuna non è ancora week end pieno. Alle 17,30 decido di risalire. Mi piazzo all’ultima fermata del bus che è quella che arriva alla chiesa di Santa Maria del Faro.
La lunga attesa premiata
Una chiesa unica affacciata sul piccolo porto di Marechiaro che prese il posto dell’antico faro romano da cui la Vergine prese il nome. Lo sguardo si perde e il tempo passa comunque ameno. Ma dopo 10 minuti ancora niente navetta. Stavolta non mi do per vinta, attendo ancora una decina di minuti e poi passa. Salgo su soddisfatta e mi godo la corsa. Durante il viaggio noto che la maggior parte delle persone sta risalendo a piedi lungo la collina, con gli asciugamani ancora in vita, forse perché l’attesa era stata ancora più lunga della mia. «Ieri è passato, ma stavolta ho aspettato più di mezz’ora e allora sono salita a piedi» dice una signora alla fine della ripida stradina. «Mi dai un passaggio in motorino?» dice un ragazzo a una ragazza che passa con lo scooter.
Parlando con il conducente a fine corsa, scopro poi che c’è solo un bus che fa sali-scendi, parte da Capo Posillipo ogni mezz’ora. «Più o meno facciamo tutte le fermate fino a Marechiaro da Capo Posillipo, il pullman gira e torna indietro all’altezza del gabbiano – commenta il conducente che sottolinea – anche ad agosto ci sarà solo un mezzo di trasporto a coprire la tratta»



